«UNA DICHIARAZIONE DI UN PENTITO CHE RICOSTRUIVA UN OMICIDIO. «SI SAREBBE CREATA UNA
FRATTURA TRA IL CLAN LO RUSSO DI MIANO E I
LICCIARDI DELLA MASSERIA CARDONE. QUESTO
SAREBBE AVVENUTO DOPO CHE ALCUNI ATTI DI
GIUDIZIARIA FURONO RESI PUBBLICI E SI FACEVA
RIFERIMENTO A RAFFAELE PERFETTO. LUI, SECONDO TALI ATTI, AVREBBE PARTECIPATO IN PASSATO ALLʼOMICIDIO DI GENNARO ESPOSITO, COGNATO DEI LICCIARDI, CON UN MOMENTO ATTUALE DI FORTE TENSIONE».
«DAL 13 GIUGNO AD OGGI HO AVUTO CON SALVATORE LO RUSSO, CON CUI ESISTE UN RAPPORTO INFORMATIVO CONFIDENZIALE, VARI CONTATTI TELEFONICI NEL CORSO DEI QUALI HO APPRESO CHE GLI AUTORI DELLʼOMICIDIO DI BRUNO GUIDONE, AVVENUTO A NAPOLI, NELLO SCORSO MESE DI GIUGNO, SAREBBERO STATI I FRATELLI PRINNO DI RUA CATALANA. PER TALE INFORMAZIONE È GIÀ STATO TEMPESTIVAMENTE INVIATO UN APPUNTO RISERVATO ALLA QUESTURA DI NAPOLI». ERA IL 2001 QUANDO PISANI CHIESE NOTIZIE A LO RUSSO. GUIDONE FU ASSASSINATO A 41 ANNI, IL 23 GIUGNO DELLʼANNO PRECEDENTE: FU TROVATO MASSACRATO IN UN GARAGE.
All'uscita dal carcere, nel 1999, Giuseppe Misso, capo dell'omonimo clan, inizia a pianificare la vendetta contro i rivali Licciardi e Mallardo, per la morte della moglie, avvenuta nella cosiddetta strage di Acerra nel '92 .
Questa operazione, che gli consentira' di allargare la sua sfera di influenza, necessita della creazione di un sistema di alleanze ad hoc, che vede coinvolti gli scissionisti del clan Lo Russo, i Russo e il clan Mazzarella .
In quest’ottica vanno inquadrati gli omicidi di Vincenzo Murolo, Antonio Ranieri , Giuseppe De Tommaso, e infine di Gennaro Esposito, che gli consenti’, quest'ultimo, di aprire un fronte a Secondigliano, e dello stesso Perinelli, di cui si era servito inizialmente, che fu ucciso per evitare una ricompattazione dei Lo Russo .
Lo stesso Misso, assieme a una folta schiera di collaboratori tra cui Rossi e Giuliano, inizia a parlarne ai magistrati della DDA nel 2008, indicando i vari passaggi della guerra volta a disgregare il potere dei Licciardi .
Tutti coinvolgono nella preparazione ed esecuzione dell'omicidio di Gennaro Esposito, Salvatore Lo Russo , il quale pero' nega in sede di esame, e successivamente quando inizia a collaborare con la procura nell'Ottobre 2010, tiene a precisare che a domanda del dott. Pisani, anche a lui fece presente, che nulla sapeva di tale omicidio .
Il verdetto emesso a meta' Ottobre del 2010, nonostante la richiesta del dott. Amato, di pena inferiore al carcere a vita, lo vede condannato all'ergastolo, stessa punizione comminata ai collaboratori che lo accusavano e che presero parte all'agguato .
Difficile capire perche' il Lo Russo abbia sempre negato questa circostanza, anche con il dott. Pisani, quando invece gli diede l'imbeccata sull'omicidio Guidone che costituiva la prosecuzione delle mire espansionistiche di Misso .
Probabilmente all'epoca delle soffiate a Pisani, la mossa si prestava a rafforzare il suo ruolo di doppiogiochista, mentre nel 2010, aveva gia' in programma il suo ingresso nel mondo dei collaboratori .
ERA IL 2000 QUANDO PISANI SCRIVEVA. «IL LATITANTE FRANCESCO PRUDENTINO AVREBBE TROVATO ATTUALMENTE RIFUGIO
IN GRECIA, DOVE SI SAREBBE TRASFERITO GRAZIE ALLʼAPPOGGIO DI UN GROSSO ESPONENTE DELLA CRIMINALITÀ SLAVA,
TALE “VAGNA” O “VAGNI”, ORIGINARIO DI BELGRADO E LA CUI
FIGLIA FREQUENTA UNA UNIVERSITÀ ITALIANA. EGLI CONTINUEREBBE A MANTENERE ANCHE CONTATTI CON SOGGETTI IN
MONTENEGRO IN QUANTO IN QUEL PAESE AVREBBE REALIZZATO NEGLI ULTIMI ANNI DEI GROSSI INVESTIMENTI COMMERCIALI, IN PARTICOLARE SAREBBE SOCIO DI NUMEROSE ATTIVITÀ
CON TALE “DUCA”, UN GROSSO ESPONENTE LOCALE».
La sanguinosa guerra tra clan, influenza le scelte dirigenziali dell'allora capo della polizia Gianni de Gennaro, che all'indomani della morte di Guidone, invia a Napoli Nicola Izzo, in sostuzione di Antonio Manganelli, che torna a Roma, come vice-capo della polizia e capo della criminalpol .
La cattura di Francesco Prudentino, impegnato sulla scena criminale del Salento e oltre l'Adriatico, in attivita' di contrabbando , avviene alla fine del 2000, ad opera dello SCO di Gilberto Caldarozzi, sotto la diretta supervisione dello stesso De Gennaro .
Questi sono pezzi di storia della mala non solo Napoletana, ma Italiana ed internazionale, dai quali non si puo' prescindere, quando si esamina la vicenda Pisani in relazione al Lo Russo e alle sue dichiarazioni .
Quindi la richiesta del pubblico ministero Amato, di scremare la lista testi, in riferimento a dirigenti di polizia il cui apporto risale a parecchi anni fa, fa sorgere seri dubbi sulle reali intenzioni della procura, e sull'effettivo equilibrio tra accusa e difesa .
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