mercoledì 25 aprile 2012

L’amore non guarda a tante cose

Nel carcere mai ho domandato a nessuno perchè era là o che cosa aveva fatto. 
Tra le centinaia di persone incontrate dei più diversi stati sociali, parlavamo di cose religiose o di attualità; Enrico De Pedis veniva come tutti gli altri, e fuori dal carcere, ci siamo visti più volte: normalmente nella chiesa di cui ero rettore, sapendo i miei orari e altre volte fuori, per caso. 
Mai ho veduto o saputo nulla dei suoi rapporti con gli altri, tranne la conoscenza dei suoi familiari. 
Aveva il passaporto per poter andare liberamente all'estero. Mi ha aiutato molto per preparare le mense che organizzavo per i poveri. 
Quando seppi dalla televisione della sua morte in Via del Pellegrino, ne restai meravigliato e dispiacente. Qualche tempo dopo la sua morte i familiari mi chiesero, per ritrovare un po' di serenità, poiché la stampa aveva parlato del caso e da vivo aveva espresso loro il desiderio di essere un giorno sepolto in una delle antiche camere mortuarie, abbandonate da oltre cento anni, nei sotterranei di S. Apollinare, di realizzare questo suo desiderio. 
Furono chiesti i dovuti permessi religiosi e civili, fu restaurata una delle camere e vi fu deposto. Anche in questa circostanza doveva essere valido come sempre, il solenne principio dei Romani " Parce sepulto ": perdona se c'è da perdonare a chi è morto e sepolto. 
Restammo d'accordo con i familiari che la visita alla cappella funeraria era riservata ai più stretti congiunti. Questo fu osservato scrupolosamente per tutto il tempo in cui sono rimasto rettore, fino al 1991. 
Mons. Piero Vergari

Tantissimi anni fa, senza nemmeno che il cronista glielo chiedesse, Ninetta Bagarella dichiaro' emozionata nel corso di un'intervista, che l'amare una persona come Toto' Riina, non le creava alcuna sorta di rimorso o perlomeno imbarazzo, perche' era convinta che l'uomo fosse innocente, lo amava profondamente e che come donna aveva il diritto di seguire la legge della natura, dacche' l'amore non guarda a tante cose .

Ci hanno insegnato che l'amore per Dio, per una causa o anche per una persona, e' un atto di estrema generosita' ed equivale ad un grande sacrificio .
Ritengo invece, esso sia sintomo di egoismo, e il ragionamento del monsignore, me ne da' atto .
Quando amiamo, vediamo solo certi aspetti, solo una persona, cio' che ci interessa .
Tendiamo ad escludere il resto, e a giustificare l'oggetto del nostro amore .

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