lunedì 23 aprile 2012

Il Bernardo farlocco

«Se si fosse costituito, Provenzano avrebbe reso dichiarazioni utili alla magistratura», continua Macrì. «Ma voleva che per almeno 30 giorni non si desse notizia alla stampa. Quel periodo doveva essere utilizzato per collaborare con gli inquirenti». Non solo. Tra le richieste di Provenzano spunta anche un compenso economico. «Pose anche un'altra condizione. In cambio della sua collaborazione voleva come compensazione una somma di denaro che si aggirava intorno ai due milioni di euro», racconta Macrì. unita' 22 Aprile 2012

 Aveva messo due condizioni per la sua intermediazione : due milioni di euro che avrebbe condiviso con il contatto che doveva consegnare il Provenzano . unita' 23 Aprile 2012

Valuteremo nei prossimi giorni se approfondire con delle indagini . unita' 23 Aprile 2012

Anni fa la lavanderia gestita dal figlio maggiore di Provenzano, fini' sotto inchiesta per riciclaggio .
Gli inquirenti sospettavano, che l'esercizio servisse per riciclare il denaro del boss .
Le indagini non rivelarono nulla di eclatante, e il nome di Angelo Provenzano ne usci' immacolato .
Ora, chi ha un minimo di dimestichezza con la cronaca giudiziaria e le vicende di mafia e camorra, sa che le cifre provenienti da attivita' criminali che abbisognano di essere ripulite, sono ingenti e devono essere re-impiegate da prestanome che non diano adito al benche' minimo sospetto .
Una lavanderia in un paese di circa diecimila anime, per lo piu' appartenente alla famiglia del boss, decisamente non e' l'ideale per riciclare somme sospette .

Quindi leggendo che Bernardo Provenzano avrebbe preteso due milioni di euro, che sarebbero stati puliti ma non erano una gran cifra rispetto a quella che uno si aspetterebbe essere gestita dal capo dei capi, viene naturale di nuovo chiedersi, se questo e' un ruba galline sanguinario, o effettivamente l'uomo che ha fatto il bello e il cattivo tempo per decadi in Sicilia e fuori, tenendo sotto scacco larghe fette della popolazione .

Tra le contraddizioni, salta agli occhi quella su chi effettivamente dovesse essere il beneficiario dei soldi e bisogna convenire con il dottor Macri', che l'uomo che si presento' in DNA, non era proprio l'ultimo dei fessi per varcarne le soglie, e di certo qualcosa a che fare con Provenzano l'aveva .
Ci vuole un genio per capire che era uno che stava cercando di venderlo ?
Vogliamo chiamare Hercule Poirot per speculare su cosa effettivamente accadde tra il momento della sua apparizione in procura, e la cattura di Bernardo Provenzano ?

Tutte queste storie, a distanza di anni, non e' che cambino piu' di tanto la realta', pero' si insinua il sospetto che siamo stati vittime di istituzioni farlocche che hanno cercato di propinarci un Provenzano farlocco .

Che credibilita' puo' avere un'indagine svolta al riguardo, oggi, dalla procura di Palermo ?

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