Sul concetto di volto

"Io voglio stare di fronte al volto di Gesù". In questa intenzione di ‘frontalità’ dichiarata e quasi sfrontata dell’autore, Romeo Castellucci, risiede la ragione profonda dello spettacolo. "Sul concetto di Volto nel figlio di Dio" prosegue il percorso di ricerca, tracciato da tempo dalla Socìetas Raffaello Sanzio, intorno all’icona massima della cultura occidentale. Sulla scena, dominata dall’enorme volto del Cristo rinascimentale di Antonello da Messina, non si racconta Gesù come il figlio di Dio, oggetto di fede e di adorazione. Si restituisce piuttosto l’uomo, che guardiamo e dal quale siamo guardati. I due opposti - la mistica, la teologia così come la demistificazione - sgombrano il campo lasciando spazio al ritratto puro dell’ uomo. Così era nella pittura rinascimentale, quando per la prima volta l’occhio di Cristo incontra quello dell’osservatore o dello spettatore: gli sguardi si intrecciano, si interrogano ma soprattutto si rispecchiano l’uno nell’altro. Allo stesso modo è sulla scena della Socìetas: un uomo davanti ad altri uomini. teatrofrancoparenti

Questo e' il concetto che dovrebbe spaventare il Vaticano, piu' che la violenza espressa da alcuni gruppi di Cattolici fondamentalisti .
Quando i Cristiani capiranno che dare caratteristiche divine ad un profeta, uomo, come Gesu' o addirittura proclamarlo figlio di Dio, non solo non ha una logica, ma e' un atto di profonda offesa nei confronti di un essere perfetto quale Dio stesso e', allora si renderanno conto che le costruzioni teologiche in cui pensano di credere, sono semplici costruzioni, molto deboli .