martedì 24 gennaio 2012

Caro Michel Martone

Scusami oggi ho esagerato . Mi sono lasciata trascinare dai social networks .
Mi ero ripromessa di scrivere solo dopo lunga meditazione, ma quando ho letto quello che hai detto, ho sbroccato .
Il fatto e’ che c’hai ragione sull’essere sfigati, ma e’ che l’hai posto come una colpa .
Non e’ che voglio trovare scuse, pero’ la vedrei piu’ come un concorso di colpa .

Io per esempio, ero nata con la camicia, con il lavoro pronto, e quindi con il percorso universitario obbligato .
E pero’ quando fai qualcosa contro voglia, non ti viene .
All’ultimo momento poi, mi comunicarono che mi mandavano a Bologna, non a Urbino o Perugia come era stato stabilito .
Fu la prof. di lettere a convincere i miei .
Gli disse la verita’, che mi avevano tenuto troppo nella bambagia, che avevo bisogno di volare e quindi dovevano mandarmi lontano, in una grande citta’ .
Ci andai strafelice, ma mi accorsi subito che avevo fatto il passo piu’ lungo della gamba .
Ero sola dalle suore .
Le prime due settimane piangevo come una bimba la notte . Se ne accorsero pure le cocce di pezza .

Ero sola in una grande citta’, con ladri prostitute, grandi strade, grandi autobus, grandi sale cinematografiche, tutto troppo grande per una ragazzina di provincia, una del Sud .
Erano tutti gentili, ma co’ st’accento settentrionale, cosi’ eleganti e ricchi, ti mettevano soggezione .
Non e’ come te che sei nato in Francia e c’hai pure il nome Francese .

E all’universita’ non andava meglio .
Non era come il liceo, che eravamo come una famiglia .
Nessuno ti calcolava .
I prof stavano la’ incazzati come delle iene, che se insegnavano a farmacia era perche’ non li avevano presi a Medicina o a Ingegneria, e i colleghi erano figli di papa’ come me, che non vedevano l’ora di prendere il pezzo di carta per rintanarsi in farmacia .
Io volevo vivere i miei sogni e allora decisi di cambiare .
Faccio quello che mi piace, pensai, e andai a vedere per iscrivermi a lettere o lingue, ma visti i programmi, lasciai perdere .
C’era poco di lingua o di letteratura effettiva .
E tornai a combattere in trincea con la chimica e la fisica, roba che seve solo quando hai studiato il resto e hai un po’ di esperienza in farmacia .

Poi mi impuntai per lasciare le suore e mi si apri’ il mondo della vita solitaria in appartamento, che solo per cercarlo fu un’impresa .
A Bologna c’e’ solo uso foresteria .

Insomma Michel, studiare per la laurea non e’ solo studiare .
E’ capire, e’ imparare a vivere .
E’ un passaggio che per alcuni puo’ essere traumatizzante.
Ecco perche’ si va fuori corso e ci si laurea a trenta abbondanti .
So che lo hai fatto per spronarci, ma bisogna avere tatti .

Se io ti venissi a dire che ti sei laureato presto che sei brutto come un rospo e ti facevi le pippe e che poi sei finito a fare il portaborse della Ministra solo perche’ sei figlio di papa’, e poi aggiungessi che era solo per spronarti ad andare dall’ex-marito della Santanche’ per sistemarti quella faccia da patatone, tu come la prenderesti ?


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