domenica 25 novembre 2018

Avanti un altro

À Rome, le centre de crise du ministère des affaires étrangères est chargé du dossier. L’État italien garde un secret absolu. « En Italie, les services ne disent rien à la famille », explique un proche toujours en contact avec les enquêteurs. L’un d’eux lui a donné une raison pour le moins étrange : « Selon lui, personne en Italie ne sait garder un secret et tout finirait dans la presse. » Si elles se taisent, c’est aussi que les autorités ne savent alors presque rien. « On l’a cherché activement durant la première année, mais rien n’est sorti », confesse Mario Giro, sous-secrétaire d’État puis vice-ministre des affaires étrangères de mai 2013 à juin 2018.
lacroix

Senza battere ciglio, l’ex ministro si è rivolto ai lettori ancora in fila per la dedica e ha chiesto «Chi si chiama Mimmo?». Bravura nel risolvere i guai, certamente, ma anche un pizzico di fortuna, un altro Mimmo si è fatto subito avanti. Con nonchalance Minniti ha preso dalle sue mani la copia del libro, e gli ha allungato quella con la dedica già firmata. Un altro problema risolto.
newz.it

Il cinismo e la freddezza della spia.
La consapevolezza che un guaio è stato fatto e bisogna metterci un tappo.
Se la presenza social può essere un boomerang per l'istituzione che si dirige, anche il silenzio stampa su certe vicende o viaggi è poco opportuno.

Abbiamo avuto due ministri dell'interno che hanno un rapporto viscerale con la Chiesa e con la comunità di Sant'Egidio in particolare. Se si è voluto sotterrare qualcosa sul rapimento di padre Dall'Oglio, allora la questione va inquadrata anche in quest'ottica. Cioè nell'orientamento dei referenti cattolici. Oltre che ovviamente nella necessità di sacrificare alcuni dossier rispetto ad altri quando si era dinanzi ad Ali Mamlouk. Un po' come si è fatto con Obama rispetto a Lo Porto.
E poi vanno tenuti in considerazione i rapporti non proprio idilliaci che in questo tipo di situazioni sembrano caratterizzare ministero degli esteri e servizi segreti.
In generale però, va ricordato che il profilo che emerge dai resoconti di quelli che lo conoscevano, è quello di un militante. Quando si va in zone di guerra a portare aiuti inevitabilmente bisogna calarsi nel ruolo di mediatore ed interlocutore privilegiato. Padre Dall'Oglio sembrerebbe avere varcato anche questa soglia. Difficile andarlo a recuperare al giorno d'oggi.
L'unica speranza è che nel pacchetto sul tavolo di trattative per la cosiddetta soluzione politica che dovrebbe traghettare la Siria verso il futuro, si potrebbe inserire anche il suo caso. Non tramite gli Stati Uniti che al momento non hanno peso in Siria, ma attraverso altri interlocutori. D'altra parte l'Italia ha ottimi rapporti con i regimi che regolano il destino di Assad. Se c'è la volontà, potrebbe cambiare anche il destino di padre Dall'Oglio. Ammesso che sia vivo.



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