«Ogni tanto mi telefonava», racconta ancora la Pascale.
«Avevo impostato nella suoneria del cellulare il suo numero alla canzone di Gianna Nannini Sei nell’anima. Non l’avevo detto a nessuno. Solo mia madre aveva capito che dietro quella suoneria c’era Berlusconi».
«Gli dicevo: «Tra noi ci sono quasi cinquant’anni di differenza, è vero, potrei esserti figlia e perfino nipote. Lo so che hai tantissime aspiranti fidanzate. Ma io sono innamorata di te e, prima o poi, tu ti innamorerai di me».
Lui resisteva: «Devi ragionare. Io ti stimo e ti voglio bene ma non posso darti un futuro...». Questa storia del futuro continuò a ripetermela per molto tempo ed io ci soffrivo moltissimo.
«Io ti voglio molto bene», mi diceva «ma mezzo secolo di differenza tra noi è insuperabile». Ma io tenni ugualmente duro: «Si accorgerà che nessun’altra può arrivare ad amarlo come lo amo io»».corriere
Quella della suoneria è un classico.
Tu metti la musichetta della chiamata o del messaggio associata al suo nome e lui non si fa mai vivo.
E ogni volta che senti un altro suono ti verrebbe di sbattere il cellulare contro il muro.
Da ricovero.
Questa ragazza vale perchè sa quello che vuole e che il suo uomo vorrà.
D'altra parte però è difficile trovare un uomo per cui valga la pena fare tanto.
E' stata fortunata.
Nessun commento:
Posta un commento