martedì 4 novembre 2014

Al limite

Il messaggio che la nuova regolamentazione tiene a diffondere tra gli operatori della sicurezza è che lacrimogeni, cariche e manganelli, debbano essere l'extrema ratio. A vantaggio del dialogo, della trattativa e della mediazione. A fianco dei poliziotti che riconoscono di avere qualche problema ci saranno, poi, anche degli psicologi. Valuteranno la loro condizione di salute, aiutandoli, o eventualmente sollevandoli dal carico.
ilmessaggero

L’identificazione di questo agente segreto potrebbe chiarire i rapporti ‘al limite’ tra la mafia e l’intelligence perchè per il boss bagherese Flamia quest’uomo è un grande punto di riferimento. E’ è proprio lui che fa da regista alla collaborazione con la giustizia di Flamia. Tra l’altro sembra che l’ingente somma di denaro data al figlio del boss di Bagheria sia stata presa dai fondi riservati dei servizi.
blogsicilia

La trovata della "trattativa" ai cortei servirà più che altro a dare un pò di respiro ai poliziotti e magari anche a farli riflettere, in attesa che il governo inizi un ciclo produttivo concreto in grado di garantire certezze alla popolazione e di ridurre al minimo le criticità costituite da motivi di attriti e tensioni.
Se ciò non si realizzerà supereremo il livello di non ritorno.
Sentenze che scontentano tutti, sindacati le cui richieste rimangono inascoltate, fabbriche che chiudono, sono il polso di una situazione al limite.
Qui entra in gioco l'intelligence che avrebbe dovuto già fornire un quadro completo e le soluzioni da mettere in atto come misura preventiva o risolutiva.

Gli amici siciliani sono un grande popolo che però dovrebbe essere ormai consapevole del fatto che se non cambiano la mentalità, le tradizioni e le abitudini, la loro terra è destinata a perire sotto le ceneri della mafia.
E con loro anche noi.

Bisognerebbe forse intendersi su certe questioni.
Ma veramente c'è ancora qualcuno in questo Paese che pensa che sicurezza e stabilità possano essere garantite dalla cattura di un latitante, dai consigli su come scegliere le password del computer o da una spruzzata di peperoncino in meno ?
Se qualcuno la pensa veramente così, allora è bene che emigri.

Il pentito è una persona con la quale lo stato tratta.
Gli assicura stipendio, protezione e lavoro (almeno sulla carta) in cambio di rivelazioni ed indicazioni circostanziate.
Nessuno lo obbliga a dire o fare tutto.
C'è sempre qualcosa che rimane come una specie di assicurazione sulla vita.
E' lì che devono intervenire i servizi, in maniera legale s'ìntende.
Il lavoro sporco sta nel tamponare quelle criticità che una trattativa regolamentata da leggi dello stato in ogni caso contribuisce a creare.
Sono quelle criticità che a breve e  lungo termine possono far si che una stagione stragista si riapra.
Se come sembra, le azioni di cui si parla in questi giorni sulla stampa sono avvenute in quella maniera ovvero tramite contatti con i parenti o con lo stesso soggetto magari anche in un periodo di permanenza in carcere e pagandogli denaro, allora si è trattato di mosse legittime.
Però bisogna aspettare di conoscere la versione dei protagonisti.
Nel frattempo magari oggi il direttore Manenti che mi pare oggi debba essere ascoltato in commissione antimafia, può spiegare questa ed altre amenità.

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