sabato 5 settembre 2020

Nous sommes

Comme lui, Cheikh Abd al-Rahman Atoun, le responsable du Conseil de la charia au sein de HTS, souligne la nécessité pour la population locale d'obtenir davantage de soutien. «Nous essayons actuellement de présenter notre véritable image. Le but n’est pas de faire un portrait plus sombre ou plus beau, juste de montrer la réalité. Les gens, ici, ne sont pas comme ceux de Raqqa, au temps du califat de l’EI.» Et d’ajouter: «Notre groupe n'est pas une menace pour l'Occident. La région a besoin de l’aide internationale pour se reconstruire. Nous sommes les derniers à nous battre contre le régime et ses alliés, mais nous ne parviendrons pas à l’éliminer sans aide.» 
letemps

E' grazie a lui che almeno per il momento Abu Mohammed Al Joulani non ha incrociato il suo destino con le lame di un RX.
Abdelrahman Al Attoun ha gestito sapientemente il dietro le quinte del distacco da Al Qaeda. E' passato dalla legittimazione giuridica dei rapimenti a quella dell'ingresso della Turchia ad Idlib. Ha arginato l'inasprimento delle tensioni interne.
Sempre a fianco di Al Joulani per spiegare, sharia alla mano, le decisioni e le svolte da intraprendere.
Questa sua uscita pubblica, su una testata conosciuta ma non di primo piano, è il segnale che le rassicurazioni su dossier noti (Daesh, attacchi terroristici, foreign fighters, profughi ) non sono sufficienti a garantire sostegno alla luce del sole da parte dei governi occidentali.
Che è ciò di cui ha bisogno Hayat Tahrir per sopravvivere ad una incertezza resa più insidiosa dal Covid e dalla pace con Israele. Senza il sostegno esterno vengono meno le speranze di ricevere aiuti umanitari e di allontanare Assad dai tavoli di negoziato.

Nessun commento:

Posta un commento