L'ex Ministro degli Interni Marco Minniti è spaventato dallo scacco che potrebbe subire l'Europa in Libia: "Mi angoscia la spartizione di Tripolitania e Fezzan come avvenuto in Siria con l'influenza rispettivamente di Turchia e Russia"
La7
A me ha fatto sorridere molto, questo pensiero del presidente della repubblica.
Sorriso amaro ovviamente.
Alle guerre non ci si abitua mai. Però si prende atto dei meccanismi che le fanno andare avanti all'infinito. E il potere per forza di cose si prende con le armi.
Il governo di un Paese è altro. E' tutto quello che viene dopo le armi.
In un intervento come al solito magistrale, l'onorevole ieri diceva che mai avrebbe immaginato un ruolo così come se lo sta ritagliando in libia la turchia.
Avrebbe dovuto leggersi con maggiore attenzione forse, gli articoli che i giornali dell'Emiro gli dedicavano ai tempi in cui lui era il king maker in libia.
Il concetto di spartizione spiegato in televisione, non rende l'idea di quello che è avvenuto in Siria. Turchi, iraniani e russi si sono infilati dappertutto. Nelle stanze dei ministeri, nelle scuole e nei centri culturali, tra gli aiuti umanitari. Poi c'è stata la spartizione ancora da completare.
Mentre la sinistra piange ancora per i poveri curdi traditi, che proprio angeli non sono, i russi continuano a puntare sui civili e gli uomini di Hakan Fidan trattano sulla quantità di armi da passare a quelli che resistono.
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