Sardar Soleimani è quello che per settimane se ne va in giro in Iraq a parlare con la gente per poi dare loro quello di cui hanno bisogno. Vestiti, cibo, pozzi d'acqua.
Lo fa nel bel mezzo di una guerra o quando ci sono trattative in corso per formare un governo.
In tempo di pace e di ordinaria difficoltà, come nel caso dell'alluvione o delle incomprensioni tra i giuristi e le donne non velate, riesce a farsi promotore dei bisogni della gente presso il governo iraniano. Richiama l'attenzione del politico su quella che è la sua funzione. Essere al servizio del popolo.
Ma quando la gente chiede una risposta immediata al proprio governo, e in Iraq sarebbe bastato dare risposte concrete e immediate per non fare degenerare la situazione, Soleimani si trova in una posizione difficile perché deve innanzitutto dimostrare al governo che lui stesso ha contribuito a formare, ma che riesce a gestire con difficoltà, che l'Iran è la soluzione a tutti i problemi.
E per farlo non gli rimane che esercitare la funzione di controllo con gli stessi metodi che usa in Iran.
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