L'articolo in questione recita: "Qualora il servizio igienico, per i soggetti diversi dalla clientela dell'esercizio, sia messo a pagamento, il prezzo dello stesso deve essere reso ben noto attraverso l'apposizione di idoneo cartello". E i tecnici della Regione insistono su quel 'qualora' sottolineando che "la norma non impone un pagamento ai cittadini per l'uso del bagno ma anzi, proprio per evitare brutte sorprese, impone a quegli esercizi che già oggi - e ce ne sono - mettono a disposizione la toilette anche a chi non è proprio cliente dietro richiesta di un compenso, di specificarlo esponendo fuori un cartello chiaro con tanto di prezzo affinché qualsiasi cittadino possa regolarsi e decidere se utilizzare o meno il servizio".
adnkronos
Quando si è giovani si pensa che ricchezza e bellezza siano tutto nella vita.
Nel corso della gita domenicale a Londra, tappa preferita era Harrods. Il tempio dello sfarzo.
Persino i bagni erano faraonici.
All'epoca, circa trent'anni fa, l'ingresso al bagno costava una sterlina.
Sono talmente rifiniti e puliti che ci si potrebbe mangiare dentro, dicevano i miei compagni di scuola.
Miserie di casa nostra.
Siamo talmente poco abituati al bello (che invece dovrebbe essere la normalità) che vorremmo consumare i pasti in bagno. Pensavo io.
Io trovo il pagamento per accedere al bagno, un'idea meravigliosa.
Bisognerebbe pensare anche a una specie di abbonamento per i clienti abituali.
Se parrucchieri, ristoranti e bar riuscissero a realizzare bagni reali come quelli di Harrods, ne varrebbe la pena.
Cinquanta centesimi ingresso singolo.
Cinque euro abbonamento mensile. Trenta annuale.
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