Others no doubt remained fully signed up to Isis, atrocities and all, though most of these people will indeed die or disappear. Perhaps Begum should be seen as one of them. But even she, as unrepentant as she may be, should be given a chance, if we are to stand by our values – and if we believe our society is strong enough to reabsorb a 15-year-old who went badly off the rails.
Richard Barrett
Il passaggio dell'antiterrorismo dei fatti a quello d'avanspettacolo genera mostri e quattrini.
Shamima Begum ha in maniera molto lucida e onesta descritto il processo al quale è stata sottoposta. Genuinamente affascinata dai propositi del califfato, e credendo fermamente nella versione dell'Islam che ne giusticava le ragioni, è partita e tuttora non è pentita. Dopo varie traversie e la cattura di SDF si è resa conto dell'errore e chiede un'altra possibilità all'unico interlocutore che può dargliela. Il suo governo.
E il governo ha risposto pubblicamente per il tramite del ministro della sicurezza che ha in effetti usato toni un pò isterici parlando di rischio/beneficio per l'intera società. Discorsi da fare ad una riunione dell'esecutivo o con gli apparati di sicurezza.
I cittadini hanno bisogno di rassicurazioni. Dei discorsetti sui valori ai quali si dedica da tempo ormai Richard Barrett.
La realtà è altra cosa.
Se accogliessimo a braccia aperte tutti quanti i foreign fighters con famiglia al seguito, le nostre carceri e i nostri tribunali sarebbero invasi da questa massa di gente pronta a raccontare storie di viaggi fatti per ragioni umanitarie dopo essere stati tratti in inganno dalla propaganda di Daesh.
Ognuno di loro, specie i figli cresciuti tra orrori e campi profughi, andrebbe esaminato ed immesso in un programma di riabilitazione. Nel periodo necessario a reperire prove concrete da opporre alla loro narrazione dovrebbero essere lasciati liberi di scorrazzare per le strade e rilasciare interviste.
Le donne poi, quelle come Shamima Begum e anche Wafa Koraichi riarrestata in questi giorni, sono le più pericolose perchè portatrici di messaggi appetibili.
Anche l'Italia, che ha una legge tanto dura quanto poco garantista della libertà di espressione visto che va a colpire addirittura le intenzioni, soffrirebbe di uno scenario del genere.
Non ce lo possiamo permettere. Non ci possiamo permettere di sacrificare tutti gli sforzi fatti finora da magistrati, forze dell'ordine e servizi segreti per mantenere in sicurezza le nostre società.
Il lavoro sui valori da insegnare ai giovani richiede tempo e pazienza. Non può essere fatto in emergenza. Queste persone devono accettare le conseguenze delle loro azioni ed essere tenute il più lontano possibile dall'Europa.
L'Italia, proprio in virtù del decreto anti-terrorismo, ha ceduto molto terreno sul fronte dei valori.
Non siamo un Paese razzista ma di certo al momento nemmeno siamo molto tolleranti o inclusivi.
A questo punto tornare indietro non è nemmeno molto logico.

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