- Cessazione delle attività militari ostili per un periodo di dieci anni
- Possibilità per i musulmani di completare l'Umra (pellegrinaggio minore) per un periodo non superiore a tre giorni e a partire dall'anno successivo alla stesura del trattato
- Estradizione concessa solo per i cittadini della Mecca in visita a Madina.
- Libertà, per ogni singolo cittadino o tribù, di stringere patti di alleanza con Muhammad o con i Quraishiti.
A testimonianza dell'atmosfera in cui il patto di Hudaybiyya venne discusso e firmato, basti pensare che l'emissario dei Quraishiti (Suhail ibn Amr) mostrò opposizione netta alla frase che apriva il documento بسم الله الرحمن الرحيم Nel nome di Allah Clemente e Misericordioso.
Pretese piuttosto che venisse usato باسمك اللهم Nel Tuo nome Oh Allah.
Ma già il fatto di sedere vicino al Profeta Muhammad (pace e benedizioni su di lui), e di discutere i punti cruciali di una tregua, erano un piccolo successo per un capo che i Quraishiti non riconoscevano come tale e per una comunità che fino ad allora non era considerata alla pari. Di diverso avviso era proprio la comunità al séguito del Profeta, che aveva in quei giorni rinnovato il patto di alleanza con Mohammad.
I musulmani non vedevano alcun vantaggio in un trattato che, vista l'ostilità della controparte, non sarebbe stato rispettato per molto tempo dai Quraishiti. C'erano inoltre due punti largamente sfavorevoli a loro.
Erano partiti con l'obiettivo di completare i rituali dell'Umra ed avevano evitato di proposito di portare armi con sé poiché non volevano fornire motivo di screzi. Eppure quel documento li costringeva a tornare indietro e a rimandare il tanto atteso pellegrinaggio di un anno. Fu proprio in quel frangente che il Profeta mostrò la considerazione che l'Islam ha per le donne. Chiese a una delle sue mogli che comportamento avrebbe dovuto tenere per calmare la rabbia di coloro che lo contestavano. Umm Salama gli suggerì di non insistere, altrimenti la reazione sarebbe stata anche peggiore. Lo invitò piuttosto ad indossare l'abito per offrire un animale sacrificale ad Allah Onnipotente e Misericordioso come aveva già stabilito. La comunità avrebbe compreso che lui era intenzionato a tenere fede all'impegno sottoscritto e loro avrebbero dovuto fare lo stesso. E infatti così fu.
Un altro elemento del concordato che provocava molto fastidio ai musulmani, era il fatto che per i cittadini della Mecca fermati a Medina vi era obbligo di rimpatrio. Al contrario i Quraishiti potevano trattenere i Medinesi fermi sul territorio che controllavano.
In mezzo c'erano i dieci anni di cessate il fuoco e la possibilità per entrambi le parti di stringere alleanze con chiunque. Questo fu il più grande successo portato a casa dal Profeta nel lungo termine. Il trattato conferiva legittimità alla comunità islamica. Subito dopo la firma del documento, Muhammad iniziò a inviare lettere ai regnanti dei Paesi vicini. I musulmani che vivevano alla Mecca poterono finalmente uscire dall'ombra e vennero trattati con maggiore rispetto. Alcuni notabili tra i Quraishiti (anche tra quelli che avevano preso parte alla discussione del trattato) si convertirono all'Islam. Molte tribù si allearono con i musulmani.
Tutti erano rimasti impressionati dalla correttezza e dalla devozione di Muhammad e del suo popolo e non capivano l'astio dei Quraishiti che rimasero sempre più isolati.
Quel trattato, così poco favorevole ai Musulmani, fu decisivo per la vittoria finale che prese forma nel corso degli anni.
All'indomani della designazione terroristica di Hayat Tahrir al Sham da parte della Turchia, i qaedisti di Hurras adDeen e anche le formazioni sostenute dalla stessa Turchia, hanno costruito sui social una massiccia campagna tesa a sottolineare come l'alleanza stretta da Shaykh Al Joulani lo scorso anno con Erdogan e i suoi apparati militari e d'intelligence, per garantire l'implementazione delle de-escalation zones attraverso i punti di osservazione all'interno delle aree liberate, si sia rivelata alla fine un fallimento dimostrato dal "tradimento" della Turchia.
Alcuni giuristi invece, hanno richiamato l'attenzione sulle molte somiglianze che vi sono tra la vicenda storica che ruota attorno al trattato di Hudaybiyya e l'attualità.
In effetti se come sembra, prendendo in considerazione gli eventi dell'ultimo anno, l'obiettivo di Al Joulani era la tenuta nel lungo periodo, i suoi calcoli dovrebbero rivelarsi giusti. Anche il comandante di Hayat Tahrir al Sham era perfettamente cosciente del fatto che non avrebbe potuto contare molto sulla lealtà della Turchia. E infatti per parte sua non ha stretto patti che potessero compromettere i propri piani e soprattutto la credibilità sua e di Hayat Tahrir. Aveva bisogno di costruire un esercito efficiente e compatto (la Turchia lo ha aiutato, in maniera diretta e non, a "liberarsi" di diversi soggetti che costituivano elemento di disturbo) e di uno scenario in cui ci fosse ancora bisogno di una formazione competitiva in grado di tenere testa ad Assad. Qualsiasi decisione venga presa tra l'Iran e Ginevra nei prossimi giorni, è difficile che questa risulti finale o risolutiva.
E a dispetto dei tentativi di boicottaggio, Hayat Tahrir non risulta isolato proprio perchè si è sempre tenuto lontano, al contrario di quanto hanno fatto altri gruppi, da tavoli di trattative ufficiali tali da imporre vincoli e condizioni. Non si è sottratto comunque al dialogo e a trattative estemporanee anche con russi e iraniani. Nel tempo, e nonostante il rapporto controverso con realtà come la Turchia, Al Joulani ha visto confermata e accresciuta la stima anche da parte di gruppi non storicamente alleati di Nusra. Ha stretto alleanze con amministratori e rappresentanti tribali. Grazie al governo di salvezza nazionale e alla scarsa flessibilità che a detta di alcuni lo caratterizzerebbe, o rigore a seconda dei punti di vista, ha riguadagnato gran parte del supporto popolare.
Hayat Tahrir rimane sempre un interlocutore importante per i governi stranieri che guardano con interesse al destino non solo di Idlib, ma della Siria. Il "tradimento" turco potrebbe rivelarsi decisivo per porre le basi di un futuro diverso da quello che si prevede attualmente.
Foto Javad Zarif, Saudi Press Agency


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