Un profilo non semplice da sostituire ma con cui Salvini è da sempre in rotta di collisione. Memorabile è stato quando Salvini ha deciso di andare in Libia, a Tripoli, ma anziché viaggiare secondo prassi sui piccoli jet del nostro servizio segreto, ha preferito usare un C130 dell’Aeronautica da cui poi inviò selfie a tutto spiano. Diciamo così, non un profilo consono al protocollo e ai criteri di sicurezza. Il risultato è che Salvini e Manenti viaggiarono ciascuno per conto proprio e il direttore dell’Aise atterrò a Tripoli dopo il ministro dell’Interno.tiscali
Il direttore non ama l'ovvio. Le cose scontate.
E' meticoloso. Va sempre alla ricerca del particolare nascosto e per fare ciò, guarda la realtà in ottica molto ampia. Quando parla, viene da chiedersi in che direzione stia andando.
E solo lui può saperlo.
Dell'episodio del viaggio verso la libia non deve averlo sconvolto la solita salvinata con tanto di selfie. Non solo il protocollo o la sicurezza.
Piuttosto l'atteggiamento in generale che non si addice a determinate circostanze.
E a Salvini un uomo in apparenza spocchioso non deve essere sembrato un baluardo per la sua idea di nazione.
Sbagliano entrambi perché con un po' di pazienza alla fine tra tipi particolari si può trovare un punto d'incontro. Sarebbe importante, specie in questo momento delicato per la libia che all'orizzonte può sperare solo in un piano di salvataggio messo a punto dalla Williams ma pieno d'incognite.
Nessun commento:
Posta un commento