giovedì 27 settembre 2018

Con il dovuto garbo

Il primo contatto fu sul social Wickr, nel quale «un ignoto interlocutore» dava appuntamento ai due in un albergo di via Marsala, a Roma. «Ci disse che ci avrebbe tolto dai guai sia per l’indagine di Messina, sia per quelle di Roma avvalendosi dei suoi uomini». Ma per scoprire chi fosse «Franco» i finanzieri sono dovuti entrare in convento. Che era il luogo di incontro fra gli avvocati e lo “007”, con lo scambio fra la chiavetta Usb e il denaro. Lì dentro, nella quiete di una congregazione di domenicane missionarie, c’era una suora che accoglieva, con «rapporti confidenziali» l’ex agente dell’Aisi con il quale «si davano del tu». Quando i finanzieri hanno, con il dovuto garbo, sbirciato nel cellulare di una religiosa (G. A., non indagata), nella rubrica telefonica c’era registrato un “Franco Marasciallo”lasicilia

L'approccio dell'intelligence è un altro pianeta.
Se i fatti si fossero svolti quando era ancora carabiniere, li avrebbe trovati su Facebook e incontrati in un'osteria di cui conosceva la padrona che conservava i suoi dati su un pezzo di carta. Franco 'u sbirru.
Magari avrebbe offerto loro una semplice scorciatoia per ottenere i permessi di apertura di qualche attività commerciale della quale i due erano soci occulti in cambio di una consulenza legale.
Dopo l'addestramento all'Aisi i suoi orizzonti sono cambiati.
Mi si perdoni l'ironia. Non intendevo offendere.
Però le vicissitudini della galassia intelligence del nostro Paese accadono appunto solo da noi.
Credo che i finanzieri sarebbero stati gentili comunque.
Anche il giornalismo di casa nostra è quello che è.

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