venerdì 28 settembre 2018

C'è maretta

Al nostro presidente del consiglio, che da New York ribadiva la fiducia verso le iniziative delle nazioni unite e nel farlo citava la cosiddetta soluzione politica alla quale da tempo lavora Staffan De Mistura, andrebbe rappresentato che mentre si parla di transizioni e riconciliazione, la gente continua ad essere torturata ed uccisa nelle prigioni di Assad.
Magari in Libia la situazione è più rosea.
Ma in Siria, dove non è stata applicata alcuna soluzione militare a parte il trasferimento in massa degli eserciti di tre nazioni straniere (Iran, Libano inteso come Hezbolla, Russia), si continua a combattere e al tempo stesso si tratta su vari tavoli.
Mentre tarda a venire un comunicato circa le decisioni di Hayat Tahrir, da Istanbul dove sono riuniti i capi delle fazioni in guerra, giunge notizia dei disaccordi al vertice del gruppo.
Shaykh Al Joulani dovrebbe essere sempre sostenuto da Shaykh Al Attoun. Al contrario, l'adesione totale al cessate il fuoco non è ben vista dalla colonna egiziana . Parte dei reduci delle prigioni di Mubarak e i veterani di Afghanistan e Iraq. Difficile comprendere da che parte stia realmente Shaykh Al Qahtani che sui social condanna l'accordo di Sochi e che solitamente è in grado di muovere folle.

La sfilata di oggi ad Aleppo di combattenti che agitavano le bandiere di Hayat Tahrir e del Tawheed, ma non quelle della rivoluzione come accaduto nei giorni scorsi, lascia intuire che questa volta, rispetto al primo ingresso della Turchia a Idlib, è difficile tenere buona o convincere la base che al contrario della popolazione, che ormai stanca vede nei turchi dei veri e propri salvatori, non digerisce l'alleanza turca con iraniani e russi sempre alleati del dittatore.
Erdogan invece, che continua a ribadire nei suoi interventi pubblici che non accetta un ruolo per Assad nella Siria che verrà, insiste anche nel sostenere di avere convinto la maggior parte dei ribelli a tenere le posizioni e cedere le armi pesanti. Sarà interessante capire che orientamento la Turchia terrà con Hayat Tahrir ormai diviso in due.

Nessun commento:

Posta un commento