lunedì 13 agosto 2018

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Quella dei rapimenti lampo in ambito locale, è una pratica molto diffusa in Siria che ha fatto registrare un inasprimento negli ultimi mesi. Nel periodo in cui cioè, Assad ha consolidato la propria posizione e la Turchia è entrata in maniera stabile nel conflitto prendendo in carico alcuni gruppi jihadisti e trasformandoli, assieme al Free Syrian Army, in una sorta di esercito personale. Anche la rivalità sul terreno tra Russia e Iran ha incrementato le diatribe tra i gruppi di combattenti che ricorrono così ai rapimenti, oltre che per ricavarne un solido bottino, per risolvere dispute che si trascinano da tempo.
Le cifre pagate non superano il milione di dollari.
Tenuto in ostaggio per quasi una settimana e rilasciato dopo che sarebbe stato pagato un riscatto di poco più di centomila dollari, il dottor Khalil Agha, direttore del Sahel Hospital in Latakia, ha raccontato la sua vicenda nel corso di una conferenza stampa tenuta oggi pomeriggio in presenza dei rappresentanti delle amministrazioni del Nord.

Il 7 Agosto una banda armata ha fatto irruzione nell'ospedale e lo ha portato via usando un'automobile della stessa struttura sanitaria. Nel corso della prigionia ripetevano spesso brani di discorsi di Shaykh Al Joulani e Shaykh Al Baghdadi. Lo hanno maltrattato accusandolo di connivenza con organizzazioni straniere poiché il dottore di frequente va in Turchia per lavoro.
Secondo Agha, che non ha affiliazioni politiche ma il suo ospedale è vicino al governo ad interim e lui fu tra i primi a ribellarsi al regime, le tecniche usate per intimidirlo e interrogarlo sarebbero molto simili a quelle praticate nelle prigioni di Assad.
Pare uno scenario che nel complesso, unitamente al fatto che è circolata sui social la foto del dottore dopo la liberazione in auto assieme ad uno dei mediatori senza che di quest'ultimo venisse coperto il viso, lascia pensare che si sia trattato di una banda criminale probabilmente impiegata proprio dal regime per fare pressioni su di lui e sull'ospedale usando la bandiera degli jihadisti.

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