venerdì 10 agosto 2018

إدلب‎

Idlib non è una città come le altre.
In ogni angolo di essa si possono trovare i leoni. 
Gli eroi veri.
Frutto dell'esperienza di Muhajirin e Ansar (sodalizio sunnita formatosi attorno al 2014 nel governatorato di Idlib).
Shaykh Abu Mariya Al Qahtani

Sciogliere Hayat Tahrir significa consegnare la città di Idlib su un piatto d'argento nelle mani di russi e nusairi sotto la falsa bandiera della riconciliazione.
Rafforzare Hayat Tahrir non significa solo fortificare Idlib, ma liberare presto Damasco.
Shaykh Abu Fath Al Fargali

Secondo Asharq Al Awsat la missione in Turchia del ministro Lavrov della prossima settimana prevede una trattativa in grado di assicurare un intervento lampo e con il minor numero di danni possibile a Idlib in modo da chiudere la partita entro la fine di Settembre.
Altre fonti invece ipotizzano un attacco immediato, da parte almeno delle truppe di Assad, in meno di ventiquattro ore.
L'unico modo per limitare i danni, e far sì che si tratti di una battaglia non duratura, è cercare un accordo con Hayat Tahrir.
I proclami di Shaykh Al Fargali e Shaykh Al Qahtani, i cui interventi mirano principalmente a tranquillizzare le truppe, lasciano intuire quella che dovrebbe essere la proposta avanzata da Al Joulani ai tavoli di trattative. Un intervento di supporto, orientato a sgombrare il campo dalle fazioni qaediste ed estremiste nell'intera area, a patto che ad HTS sia lasciata la possibilità in qualche modo di non sciogliersi una volta terminate le ostilità. Di rimanere cioè, una sorta di braccio armato esterno anche all'interno di una coalizione, utile a mantenere gli equilibri qualora Assad decida di tornare sui suoi passi rispetto agli accordi di Astana e Sochi e Daesh ritorni competitivo.
In questo contesto, se può fare affidamento su mediatori ed emissari capaci, è bene che l'Italia si affretti a portare a casa i suoi ostaggi. Un'attesa ulteriore non può che complicare la situazione.

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