domenica 10 giugno 2018

Ombre

Toro è stato nominato dopo una feroce battaglia politica, anche interna al centrosinistra, con varie incursioni istituzionali. Poi si è trovato l’accordo con l’ex Ncd della sottosegretaria Federica Chiavaroli e si è scelto proprio Toro ad ottobre 2016.
Non è un caso che a seguire come un’ombra Lorenzin c’era proprio la sottosegretaria Chiavarol, passata nella Civica Popolare del ministro e anche lei candidatissima con il centrosinistra dopo i vari passaggi nel centrodestra. pdn febbraio 2018

La Safar è una bella realtà associativa che prese forma agli inizi degli anni ottanta.
Quando cioè non si sentiva ancora il pericolo delle invasioni delle multinazionali straniere, ma c’era il bisogno per le farmacie, soprattutto quelle delle aree rurali, di fare fronte comune per offrire un servizio efficiente alla clientela.
Un gruppo di farmacisti, magazzinieri, addetti commerciali e ragionieri provenienti da una ditta di distribuzione dei farmaci chiamata Somea, mise la propria esperienza al servizio della comunità. Erano garantiti un rifornimento costante e giornaliero, particolarmente importante nei momenti di crisi, e una scontistica conveniente.
Nel tempo, e con l’ampliamento del mercato e delle sfide, si è allargato anche il campo dei servizi offerti (referenze medicinali, diagnostica, supporto informatico) e la cooperativa si è evoluta verso una rete in scala nazionale. La Safar è arrivata ai vertici della distribuzione, ma anche della produzione, su scala nazionale. E ha realizzato fatturati dell'ordine di diverse centinaia di milioni.
Una gestione per molti aspetti familiare e il rapporto difficile con la politica, evidenziato dalla vicenda Toro, ne hanno determinato una crisi della quale si parlava da diversi mesi.
Secondo fonti attendibili in questi giorni è in atto una serie di riunioni nel corso delle quali presidente e amministratore delegato hanno fatto presente la necessità agli associati di versare una quota pari all’uno per cento del fatturato del proprio esercizio. Ciò servirebbe a fare fronte a una crisi di liquidità alla quale le banche si sono rifiutate di venire in soccorso. E neppure sono stati trovati partner o acquirenti disponibili. La dirigenza ha fatto presente di essersi ridotta lo stipendio del venti per cento e ha comunicato l’iniziativa da parte del personale di compiere un’ora in più di lavoro rispetto al dovuto. Ha altresì affermato l’intenzione di non volere procedere al taglio dei dipendenti.
Qualche associato in privato ha però osservato che il taglio del personale(circa 90 unità) sarebbe stata proprio la prima mossa da fare, poiché si tratta di assunzioni effettuate per legami familiari o indicazioni derivanti dal referente politico locale. E la reale forza lavoro necessaria a garantire una produzione ottimale non supererebbe le quaranta unità.
Il nuovo governo e i ministeri competenti, soprattutto al Sud, sono chiamati a risanare una situazione dovuta in gran parte alla mentalità e a meccanismi che nel tempo si sono rivelati obsoleti sia per l’imprenditoria sia per i lavoratori.

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