venerdì 8 giugno 2018

Al Joulani LLC

Sin dalla discesa in Siria Abu Mohammed Al Joulani ha mostrato buone capacità amministrative nello sfruttare le risorse che il ricco territorio gli offriva. Ciò gli ha consentito di creare un sistema che lo ha reso indipendente nelle scelte logistiche dai finanziatori istituzionali del Golfo e di altre parti del globo. E soprattutto di offrire servizi efficienti alla popolazione provata dai ricatti e dalle mancanze del regime. Un’altra importante fonte di sostentamento di Nusra sono stati i rapimenti di cittadini stranieri.
Allo stato attuale, con la frammentazione del conflitto e dei rapporti tra i protagonisti su più fronti, è presumibilmente venuta a mancare una tranche importante di finanziamenti proveniente dall’estero. L’accorpamento inoltre, di altri gruppi all’interno di Hayat Tahrir, ha reso più difficile la gestione economica comunque saldamente nelle mani del gruppo storico di Nusra.
Le cifre corrispondenti all’attuale introito mensile di Hayat Tahrir devono essere valutate tenendo conto del fatto che sono state diffuse da un ex di Nusra, Saleh Al Hamawi, uscito in malo modo dal gruppo e da subito messosi al servizio di Astana per realizzare la disgregazione della formazione di Al Joulani che è vista come l’ultimo ostacolo all’unificazione della Siria sotto un nuovo governo o un esecutivo di transizione. Le campagne di denigrazione sui social e gli omicidi mirati sono diventati un classico del panorama jihadista siriano.
I dati, alla luce di quelle che sono le vicende e le notizie giornaliere provenienti dalle aree del nord, risultano ampiamente gonfiati e il fraseggio usato per comprendere certe dinamiche è fuorviante.
Non vi è cessione di elettricità o beni agricoli da parte del regime in cambio di un allentamento della pressione militare, ma uno scambio di reti energetiche e cereali la cui necessità è dettata dalla distribuzione geografica.
Il passaggio di Bab al Hawa è sicuramente il più remunerativo tra le porzioni di territorio controllate da Hayat Tahrir. La cifra realizzata dovrebbe essere però di poco superiore al milione di dollari e va comunque considerata suddivisa con altre fazioni.
I passaggi attraverso il territorio e in uscita dalla Siria complessivamente costituiscono un buon introito. Il computo della somma richiesta per la restituzione delle due turiste italiane tenne in debito conto la cifra dovuta a Zenki (5 milioni di dollari) per il transito delle stesse attraverso le aree controllate dagli uomini di Hussama Atrash.
La tassazione sui servizi nel tempo è stata ridimensionata per non sovraccaricare la popolazione che spesso ha protestato in maniera decisa.
In questo periodo non v’è notizia di rapimenti in atto. Non di cittadini stranieri almeno.
Ciò è in linea con il cambiamento di ideologia e obiettivi di HTS che è piuttosto impegnato in opere di mediazione per la liberazione di stranieri trattenuti da altri gruppi come accadde mesi addietro per la mamma canadese alla ricerca dei figli rapiti dal marito libanese.
Occorrerebbero di tanto in tanto, sempre a detta di fazioni rivali, rapimenti di combattenti di altri raggruppamenti per scambi o piccole vendette. Le cifre richieste non andrebbero oltre il milione di dollari.
I costi elevati della guerra sono ampiamente coperti dal ricavato di trattative come quella delle quattro città. Abbastanza credibile come dato (100 milioni) se messo a confronto con quanto avrebbe percepito il comandante Soleimani (50 milioni) nelle stesse circostanze.
Alla luce del consolidamento dei rapporti con la Turchia, e del recente appello rivolto agli Stati Uniti, allo stato attuale Hayat Tahrir sembra non essere più alla ricerca di guadagni facili ed elevati, ma di collaborazioni a tutto campo (incluso quello finanziario) che permettano un inquadramento politico del gruppo in ambito locale e regionale.

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