venerdì 25 maggio 2018

Lettera al Direttore

Vincenzo, non si fa! Vincenzo, te lo dico perché quello è mestiere mio, non si fa una cosa ... perché adesso li hai allarmati! Ora tu non hai fatto una cosa intelligente, lì hai fatto una grande cazzata, perché se tu invece di fare quella cazzata mi avessi detto, “voglio fare sta cosa”, io ti avrei detto, non fare così, fai colà, perché li hai allarmati, tu per loro sei un pericolo e una parola d’onore per loro vale come zero a briscola!! 

E che la vicenda Costantini abbia creato non pochi problemi negli equilibri italiani interni al perimetro degli EAU lo si percepisce a piene mani dal netto contrasto fra le dichiarazioni del colonnello e quelle dell’ambasciatore Starace e del console Favilli. Un contrasto che è ormai divenuto fatto storico. C.Minniti lacnews

In teoria una missiva, cartacea o per via elettronica, dovrebbe essere il mezzo migliore per comunicare in quanto permette di calibrare parole ed emozioni.
A volte però, proprio il fatto di non trovarsi di fronte all'interlocutore, può rivelarsi controproducente.

Molti degli elementi che emergono da questa informativa della Dia erano già noti da operazioni portate a termine o anche da scoop giornalistici.
Si tratta di una vicenda che conferma quanto poi i titoli dei giornali siano fuorvianti rispetto alla presenza effettiva, nelle vicende in esame, dei servizi segreti.
La testimonianza al processo Scajola del colonnello Costantini (classico uomo Aise : sicuro di sé, calibrato nell'esprimersi, meticoloso, attento a non superare mai il proprio perimetro operativo) mise in evidenza come l'Aise di questa vicenda fu lontano spettatore e inevitabilmente si creò qualche malumore con l'Ambasciatore dell'epoca.
Se ci furono pressioni, forse si trattò di tentativi maldestri non orchestrati dai vertici governativi.
Se si vuole essere incisivi negli Emirati, non si va dal capo della polizia di Dubai ma si cercano canali a livello di Sheikh Thanoon. Compito che può assumere solo il generale Manenti, per l'ennesima volta oggetto di morbose attenzioni. Ma che chiaramente non era parte di queste presunte manovre.
Quello che i giornali definiscono con troppa facilità sistema o stato parallelo, appare come una galassia di personaggi che bazzicano ambienti importanti o millantano conoscenze, ma che alla fine non fanno parte delle istituzioni. A parte qualche elemento.
Rimane confermato che i vertici dei servizi segreti, e degli apparati di sicurezza in generale, sono la parte sana delle istituzioni alla quale possiamo affidarci.
Alla Calabria per il momento non rimane che fare affidamento sulla svolta pentastellata-leghista.

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