sabato 5 maggio 2018

Il segreto dei segreti

But there’s a problem with crediting Italy’s tough-on-terrorism approach for the country’s relative safety: Plenty of known Italy-based jihadis have successfully mounted attacks elsewhere in Europe. foreignpolicy

Paolo Salvatori (stasera presenta il suo libro al programma della signora Gruber) riferisce quello che pensa la polizia ma non la sua opinione.
E in maniera indiretta conferma l'impressione che se il governo a guida PD non si è mai impegnato seriamente per fare approvare la legge sullo ius soli, è anche a causa delle barricate opposte dagli apparati di sicurezza.
Il timido richiamo alla politica, fatto da Claudio Galzerano nel corso di un recente convegno, suona come una carezza doverosa.
A che serve una norma sulla deradicalizzazione (la bozza di quella proposta al termine della scorsa legislatura era a dir poco lacunosa) quando la dimensione italiana del problema è trascurabile ? Tanto più che i tribunali possono comunque proporre, come fatto in molti casi, percorsi di riabilitazione giuridica e religiosa.
Ma quando un pubblico ministero ritiene che la preghiera per un terrorista morto sia un chiaro indizio di colpevolezza (a questo punto più che il patto con il ministro, dovremo forse chiedere che sulle nostre carte d'identità venga scritto "dovere religioso non implica partecipazione a organizzazione criminale", un pò come su Twitter "RT not endorsement"), allora forse c'è poco da distribuire cittadinanze e deradicalizzare. Bisogna fare i conti con una tradizione che è presente da diverso tempo ormai in Italia, ma è ancora poco conosciuta e molto disprezzata. Soprattutto da parte degli apparati di sicurezza.

L'insinuazione che l'articolo del Foreignpolicy tenta di promuovere, che cioè l'efficacia delle politiche repressive italiane sia poi causa dei mali degli altri Stati, non tiene conto della casistica italiana e soprattutto delle caratteristiche del fenomeno moderno ispirato da Daesh.
Indubbiamente fattori come il basso profilo tenuto dall'Italia nell'arena internazionale e la massa delle seconde generazioni, nettamente inferiore a quello degli altri Paesi, hanno giocato un ruolo importante.
Ma la fluidità del fenomeno terroristico attuale ha fatto il resto.
Oggi bastano poche settimane per abbracciare un'ideologia e anche meno tempo per dare sfogo alla rabbia. Internet permette contatti estemporanei e approvvigionamento veloce.
Non c'è bisogno di una base e di un piano da mettere a punto per colpire in maniera agevole.
Basta un camion o una pentola a pressione.
Molti dei personaggi transitati o andati via dall'Italia non sono stati intercettati in tempo negli altri Paesi a causa di evidenti falle presenti nei loro apparati investigativo-giudiziari.
E si tratta comunque di soggetti naturalmente orientati allo spostamento.
Migranti e seconde generazioni sui quali l'Italia poco ospitale non esercita molta attrattiva.
Il sistema di sicurezza italiano è uno dei pochi assetti di cui dobbiamo andare fieri.
Metterlo in castigo per le colpe degli altri pare eccessivo.
Forse gli altri dovrebbero adeguare il proprio impianto.

Nessun commento:

Posta un commento