mercoledì 3 gennaio 2018

Mazzette

«Dopo l’arresto del boss, incontrai Pisani a Frosinone dove mi consegnò due mazzette di banconote». Diecimila euro, dunque, per «vendere» il capoclan imprendibile. Altri 40mila furono dati a un uomo che indicò il bunker di via Mascagni. ilmattino
Per due volte quel poliziotto, al cospetto di un’Anna Aversano stupita per quelle reiterate richieste di riservatezza, dice che si tratta di particolari irrilevanti. Ovviamente un’argomentazione, questa, che non convince, visto e considerato che se quel racconto era irrilevante, non si capisce perché dovesse essere tenuto segreto a Catello Maresca e, soprattutto, perché Catello Maresca, almeno solo lui, che alla caccia di Zagaria aveva dedicato tempo e passione, speculari rispetto a quelle profuse da Vittorio Pisani e dai suoi poliziotti, non conoscesse le modalità reali con cui Pisani era arrivato al covo-bunker di via Mascagni.casertace

Zagaria vale un'unghia di Dabbashi.
Soddisfazioni.

Si capisce adesso, perché abbiamo passato due anni di processo a parlare del ruolo dei servizi segreti nella latitanza e cattura di Zagaria avendo come unico elemento a disposizione il giovanotto della mobile che aveva fatto il grande salto alla presidenza del consiglio ai tempi in cui il prefetto De Gennaro era il rais dell'intelligence. Tutto fumo e niente arrosto.
(im)Modestamente all'epoca lo scrissi.
Quando si sente puzza di guai i servizi (quelli veri) si tengono alla larga.
E infatti, a quanto pare di capire, hanno fatto tutto Pisani e i suoi.

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