sabato 23 dicembre 2017

Step by Step

L’altra parte dei finanziamenti alla cooperazione arriva dal fondo fiduciario Africa-Europa, il cui futuro è sempre più incerto. Il fondo è molto criticato dalle Ong, perché privilegia progetti incentrati sulla sicurezza o sulla repressione, piuttosto che sullo sviluppo. Lo hanno denunciato in tanti, tra cui Concord e Cini, con un rapporto uscito a novembre. Tra i progetti “securitari” ce n’è uno, valore 42,2 milioni di euro, gestito dal Ministero dell’Interno italiano (e non dall’agenzia della cooperazione come avviene per gli altri paesi europei). I suoi obiettivi sono quattro: rafforzare le autorità marittime libiche nelle attività di sorveglianza e di lotta all’immigrazione irregolare, migliorare i salvataggi nella zona Sar libica, progettare un suo centro di coordinamento a Tripoli e creare un sistema di sorveglianza delle frontiere a terra. A beneficiarne sarà soprattutto la Guardia costiera libica, la stessa che non è in grado di gestire la zona Sar e che Amnesty International accusa di collusione con i trafficanti di uomini. openmigration


La storia del direttore dell'ospedale di Tarhuna che tempo fa avrebbe rifiutato due milioni di dollari perché offerti da Serraj, pur avendone la sua struttura estremo bisogno, dà l'idea di quella che è la situazione politica in Libia.
L'unico governo riconosciuto dagli organismi internazionali lo è molto meno in casa propria.
L'intervento (Video) come sempre dettagliato del dottor Pisani, che a Ginevra ha fatto luce a proposito dei fronti sui quali l'Italia è impegnata, rassicura circa i vincoli e la determinazione ma non sui risultati a lungo termine.
Tanto per essere chiari, tra le autorità libiche a cui lui fa spesso riferimento, c'è anche un signore sospettato dell'omicidio di una poliziotta inglese all'epoca di Gaddafi. Uno tra i tanti.
Il fatto che gli aiuti e i finanziamenti per le infrastrutture siano condizionati alla stabilità politica è d'obbligo, ma nemmeno decisivo.
Gli aiuti vanno dati a chi li fa arrivare alla popolazione. In Siria gli assadisti trattengono tonnellate di medicinali veicolati dalle nazioni unite. I terroristi di Hayat Tahrir impongono tasse di transito pesanti però alla fine distribuiscono il tutto tra i civili. Per questo motivo il dialogo politico va intrattenuto con gli interlocutori giusti anche se scomodi.
Al Mismari ieri ha tenuto a far sapere che Haftar è interessato al bene della popolazione. Si riferiva evidentemente allo stesso uomo che minacciava la rivoluzione il 17 Dicembre e che poi sarebbe stato convinto a recedere dall'intento solo grazie a minacce ben peggiori.
Le elezioni non cambieranno questo stato di cose. Nemmeno Saif al Islam, che a settimane alterne ci informa attraverso la stampa delle sue velleità politiche, promette bene.
Più di tanto il governo italiano e gli apparati di sicurezza non possono fare.
L'unico vero errore è stato l'investimento militare sproporzionato in Iraq ed Afghanistan, che ha avuto come unico ritorno quello di far guadagnare le aziende italiane in orbita governativa, mentre bisognava puntare da subito sulle aree africane interessate dai flussi migratori.
L'altro giorno gli analisti francesi ridevano di gusto alle parole del ministro.
Soddisfazioni.

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