martedì 5 dicembre 2017

Combatterlo senza somigliargli

...Vogliamo anche ribadire l'indipendenza della commissione creata per favorire la riconciliazione secondo le leggi della Sharia e nella speranza di compiacere Allah.
....Facciamo appello a tutti i fratelli affinché ci sostengano e diventiamo un solo corpo.
...Esortiamo inoltre ad interrompere l'abitudine di pubblicare, sui social e sui media in generale, post divisivi che scatenano solo conflitti. In questa maniera tornerà l'atmosfera carica di misericordia e affinità che è propria delle relazioni tra i credenti. Non rilanciate le dichiarazioni e le provocazioni di coloro i quali seguono l'obiettivo di dividere i Mujahideen e i loro ranghi.
E facciamo appello ai nostri fratelli combattenti affinché non lascino i loro avamposti continuando così a tenere testa al nemico.
...

Tradotto dall'arabo all'inglese da Abu Marwan

Il problema dei terroristi che vogliono scrollarsi di dosso il terrorismo, è che devono farlo in maniera graduale. Da un lato devono risultare credibili nei confronti degli interlocutori stranieri ribadendo che è loro ferma intenzione uscire dalla fase di estremismo, anche se attualmente si muovono ancora in modo da esservi molto legati, e per altri versi devono evitare il confronto diretto all'interno delle loro formazioni. E' essenziale quindi, continuare a sembrare terroristi in modo da favorire un distacco per quanto possibile poco cruento.
Ciò che avrebbe teorizzato in altra epoca il dottor Calipari per l'Iraq, l'apertura di un tavolo di confronto con le frange meno estremiste di Al Qaeda e il successivo ingresso in una formazione governativa, è un modello attualmente realizzabile in Siria ma che richiede modi e tempi propri.

Quando in seno a Nusra maturò l'idea della separazione da Al Qaeda, quasi la metà tra vertici e combattenti si dichiararono ostili alla proposta. Shaykh Al Joulani e Shaykh Al Attoun (Allah li protegga) scelsero una via di mezzo per realizzare la transizione. Dissero a tutti che si sarebbe trattato di un cambiamento più formale che sostanziale e in questo furono aiutati da quelli che oggi abbiamo saputo essere vari cortocircuiti informativi tra la leadership di Al Qaeda Central e i propri vice presenti nell'area.
Adesso che la fase di transizione è in stato avanzato, stanno tornando a galla e in maniera molto amplificata, le divisioni che c'erano ai tempi di Nusra.
E' in ballo la credibilità dell'operato giuridico dei vertici di Hayat Tahrir al Sham che potrebbero essere chiamati a risponderne in tribunale, visto che hanno deciso di essere trasparenti su tutto quanto accaduto a proposito della separazione da Al Qaeda.

Un primo risultato ottenuto dalla commissione per la riconciliazione tra le fazioni (sulla cui legittimità non c'è comunque accordo) è stata la liberazione di due degli arrestati alla vigilia del messaggio di Shaykh Al Zawahiri (Allah lo protegga). Sarebbe ancora agli arresti domiciliari Shaykh Al Uraidi (Allah lo protegga) che è l'elemento più insidioso nella galassia jihadista.
Se il rischio per Al Julani è quello di perdere consensi e uomini, e quindi anche fondi, per il referente occidentale c'è il pericolo di una rinascita di Al Qaeda in Siria in grado di attirare un numero maggiore di foreign fighters e di formare una base stabile per la pianificazione di attentati su scala mondiale. Questo è ciò di cui hanno maggiormente bisogno allo stato attuale Al Zawahiri e Bin Laden Jr.
Per questo motivo gli interlocutori storici di Nusra, non solo Stati Uniti e Qatar, devono adoperarsi per aiutare a completare quel processo di normalizzazione di Hayat Tahrir che in fondo loro stessi avevano stimolato, e che può costituire un modello evolutivo dello jihadismo da trasferire ad altre realtà. Sottrarre consensi e potenziali reclute ai gruppi terroristici intervenendo direttamente nell'area di riferimento è un altro fronte da esplorare per agenzie d'intelligence e comparti antiterrorismo. Una mossa in tal senso inoltre conviene ai governi interessati, per rientrare nei giochi della Siria post-Assad che continuano ad essere saldamente in mano alla Russia.


Nessun commento:

Posta un commento