Lebanese sources close to Hariri told Asharq Al-Awsat that the official would not have left his post if he felt that staying will preserve stability.
He instead revealed that Hariri had received western warnings that an assassination plot against him was being prepared, which prompted him to leave the country and announce that he was stepping down.
Hariri had also been adopting a calm approach with “Hezbollah”, but he was surprised to find that a plot to assassinate him was being devised, continued the sources. awwsat
La notizia deve avere lasciato sorpresi gli stessi Hezbollah.
Difficile che gli ricapiti un primo ministro sunnita così debole.
Dalla costruzione mediatica dell'evento risulta interessante come il direttorato libanese abbia prevedibilmente fatto quadrato attorno al presidente negando ogni ipotesi di complotto e nessun servizio segreto straniero si sia prestato al gioco messo in piedi dai sauditi.
Saad Hariri avrebbe opposto forti resistenze in quanto ben consapevole del baratro nel quale il Paese è destinato a sprofondare. Il suo governo non era dei migliori ma almeno costituiva una speranza. Nessuno l'ha voluto in fondo aiutare.
Dal tono vago usato nel comunicato emesso in seguito all'incontro con il presidente Gentiloni, evidentemente anche il governo italiano e i nostri apparati d'intelligence erano a conoscenza del triste epilogo . Per questo motivo non si è discusso di investimenti o forniture all'esercito e addirittura non si sarebbe voluto nemmeno dargli udienza. O forse la visita è stata una forzatura in extremis tentata da Hariri per cercare vie d'uscita. Da settimane ormai si parlava di sue dimissioni.
Ovviamente i soliti bene informati di affari reali riferiscono di ricatti pesanti subiti da Hariri. Paradossalmente la situazione debitoria della Oger sarebbe controbilanciata da un nutrito capitale che Saad Hariri (cittadino saudita e quindi soggetto alle leggi locali) conserverebbe all'estero.
Gli assetti sequestrati ai soggetti arrestati nel tardo pomeriggio di ieri in base alla norma che regola l'istituzione del comitato anticorruzione presieduto da bin Salman, sono davvero ingenti. Trillions che potrebbero tornare utili per tamponare eventuali criticità derivanti dalla gestione dell'ipo dell'Aramco. Nel mirino ci sarebbero anche i soldi di Hariri.
Difficile che, come auspica il presidente Aoun, questi faccia ritorno in Libano per chiarire la situazione.
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