lunedì 20 novembre 2017

Il forestale furioso

Non vogliamo dire niente oltre queste parole. Non abbiamo detto niente oltre queste parole. Non abbiamo esploso colpi in aria , non abbiamo fatto caroselli quando lo abbiamo catturato nel nome del popolo, e allo stesso modo non abbiamo niente da dire oggi nel tempo della morte. capitanoultimoblog

Il problema del colonnello De Caprio non è tanto che spesso e volentieri dice quello che pensa. Ma che lo dice nel momento stesso in cui lo pensa.
La montatura mediatica realizzata da Repubblica attorno al verbale della dottoressa Musti, non avrebbe assunto tali proporzioni se lui non si fosse pronunciato in maniera così netta e nell'immediato. Bastava aspettare e prendere visione del documento per poi procedere.
Chiedere un confronto pubblico è stata la classica ciliegina sulla torta.
Stessa cosa per la dichiarazione all'Ansa.
Ovvio che qualche giornale, specie di destra, l'abbia manipolata o mescolata con altre fatte in interviste passate. Dato il personaggio, o la percezione che si ha di lui, non è difficile immaginarselo danzare sul cadavere di Riina come titolato dai soliti noti.
Anche in questo caso sarebbe bastato aspettare il giorno successivo e, dopo aver preso visione dei giornali, chiedere di rettificare. E magari anche evitare, in altre occasioni, di rendere noti i propri pensieri su Riina. Non credo che per il ragazzino siciliano ammaliato dalla mafia faccia poi molta differenza se Riina per Ultimo non è altro che un vigliacco.
Se è vero che il colonnello De Caprio è quel grande investigatore che tutti dicono, dev'essere anche abbastanza scaltro. Dire che se l'è andata a cercare, parrebbe essere anche corretto nel suo caso.
Per quale motivo si comporti così, o di che cosa vada alla ricerca con questi atteggiamenti, quello è un mistero.

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