giovedì 12 ottobre 2017

Nel piccolo mondo di Bruno

non ha né Twitter né Facebook e parla poco, lo stretto indispensabile: «La parola serve a spiegare quello che hai fatto, non quello che vuoi fare» (esiste frase meno renziana?). Rigoroso, non scende a compromessi. Marianna Aprile Oggi





Non amo molto Gino Strada.
Il populismo pecoreccio che tanti estimatori gli procura, non è cosa mia.
Però è riuscito a caratterizzare il ministro Minniti, e più in generale l'orientamento del governo, in maniera efficace.
Diceva che a sentire "domani andiamo a parlare con le istituzioni in Libia", viene naturale rispondere "ma dove (bip) vai che ci sono tre governi e due parlamenti".
Un po' come la storia del patto con l'Islam stretto con le aspiranti imamesse.
Veniva da chiedersi se non avesse preso un abbaglio con il pastafarianesimo.
La forza del ministro Minniti è la blindatura della facciata.
La rende talmente credibile che non si tenta nemmeno di andare oltre.
Quando è diventato ministro ufficialmente, nessuno o quasi, ha mai rispolverato quella vecchia vicenda giudiziaria della moglie nella quale spuntò il suo nome. Ma anche a farlo, risponderebbe che in Calabria accadono cose strane.
Tenerezza infinita su Twitter ha suscitato il commissario europeo.
Dopo gli insulti ricevuti, difficilmente invierà ancora missive al ministro.

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