......Siamo fermi oggi nel proposito di mettere assieme le nostre ferite e risanare la fratellanza musulmana che ci unisce. E' questo infatti il legame più fidato che riduce le distanze tra i vari gruppi, enti, organizzazioni e fazioni di qualsiasi tipo. E' la fratellanza nella fede che ci riconduce verso il supporto, la solidarietà, la cooperazione, l'integrazione e l'obbedienza. La fratellanza nella fede che rinnega le cause delle dispute e chiude tutte le porte alle interferenze esterne. Protegge i diritti individuali e riconcilia rispetto alle differenze. La fratellanza nella fede che distrugge tutte le frecce dell'odio generato da satana . La gelosia, le incomprensioni, i rancori, i cattivi pensieri.
....State attenti all'ingiustizia poichè essa è in grado di distruggere anche il più grande dei poteri. Fate attenzione al sangue proibito perchè in esso è contenuto un peccato inestimabile agli occhi di Allah. E una goccia di sangue colato in conseguenza di un'intenzione ingiusta spazzerà via ogni benedizione e accelererà la punizione su questa terra prima ancora di giungere nell'altro mondo.
...Non vedete come i nostri nemici, nonostante differiscano in credo e principi, non vedete come questi si alleano contro di voi, come mobilitano tutte le loro forze e le armi per sterminarvi, mentre voi, che dovreste farlo nel nome di Allah, stentate a rimanere uniti ?
...Facciamo appello a tutte le parti in causa a ritornare ad affidarsi ai sapienti e ai giuristi e a dare loro l'autorità che gli spetta, per risolvere tutte le incertezze e le dispute.
Ci rivolgiamo in particolare ad Hayat Tahrir al Sham e a Jaysh Ahrar al Sham, e ai fratelli rimasti fedeli ad al Qaeda in Sham. E a tutte le fazioni e i gruppi che credono fermamente nella Sharia come unico mezzo di espressione della sovranità.
...Ci appelliamo ai sapienti e agli imam e a coloro che con zelo sono impegnati nella terra di Sham, a fare si che queste intenzioni diventino realtà. E spingiamo tutti a rispondere al nostro appello e a farsi messageri di cose buone affinchè le tenebre delle divisioni e delle dispute lascino spazio ad una nuova alba generata con il permesso di Allah.
Tradotto dall'arabo in inglese da Al Maqalat
Dopo mesi di polemiche ancora non sopite, su presunte scorrettezze commesse dai vertici di Nusra e di Hayat Tahrir al Sham nel corso del completamento delle varie fasi di separazione da al Qaeda, affiora questa proposta che vede tra i firmatari di spicco Abu Qatada al Filistini e Abu Mohammad al Maqdisi, come ennesimo tentativo di serrare i ranghi di ribelli e jihadisti in modo da rafforzare l'opposizione militare al regime in vista della cosiddetta soluzione politica.
Oltre alle critiche non tanto velate per le decisioni prese da Al Julani e dai suoi negli ultimi mesi, che hanno portato il gruppo ad evolversi rispetto alla galassia jihadista ponendosi come interlocutore importante di entità più o meno direttamente coinvolte nel conflitto siriano, e alla delegittimazione del consiglio shariatico di Hayat Tahrir, dal fraseggio usato nell'appello emergono alcuni elementi significativi.
Il distacco da al Qaeda è più che mai concreto e al Julani non ha intenzione di tornare indietro. Sembrerebbe non avere però, nemmeno molta presa sui fuoriusciti e sulla resistenza interna che di tanto in tanto lo contesterebbe. Almeno stando alle notizie che arrivano attraverso i social. Rimane comunque saldamente al potere perchè il nucleo storico di Nusra, composto principalmente da siriani e giordani, è dalla sua parte. Parrebbe anche aver rinunciato ad inglobare altre fazioni. Piuttosto è alla ricerca di nuove reclute. C'è ancora da vedere chi assumerà il comando generale. Il rapimento e l'omicidio del figlio di Abu Malik al Talli potrebbero essere legati a questa decisione.
Contemporaneamente risulta essere in alto mare il progetto di formazione di una al Qaeda siriana. L'adesione al gruppo Ansar al Furqan, la cui esistenza rimane al momento relegata ad Internet, è stata negata da più parti.
L'iniziativa di al Maqdisi è un chiaro tentativo, dopo le critiche sull'appoggio logistico dato alla Turchia e sulla messa a morte dei prigionieri di guerra appartenenti a Daesh, di indebolire Hayat Tahrir al Sham. E a questa mossa potrebbero essere interessati i servizi segreti di vari Paesi stranieri. Ma è anche un modo appunto di preparare il sentiero per al Qaeda. E' difficile che al Zawahiri abbia rinunciato al sogno di una base stabile dalla quale lanciare la jihad globale. Allo stesso tempo sia lui sia i suoi luogotenenti siriani non sembrano avere le capacità di riuscire nell'impresa.
Al Maqdisi potrebbe essersi messo al servizio allo scopo oppure potrebbe avere intrapreso un percorso di sua iniziativa per poi presentarne i risultati alla leadership di Al Qaeda Central e reclamare un ruolo prominente al vertice dell'insediamento siriano.
Di certo l'appello non è stato gradito dai vertici militari e religiosi di Hayat Tahrir.
E' cruciale però, il modo in cui risponderanno. Sheikh Al Attoun già prefigurava lo scenario.
A lui e agli altri giuristi il compito di emettere un giudizio bilanciato che non dia l'impressione di temere rivalità o di essere restii al cambiamento per mere questioni di potere.
Update
Il commento di Abu Sulayman al Muhajir, profondo conoscitore della scena per esserne tuttora parte seppure ufficialmente non in maniera diretta, dà un'indicazione precisa di quello che sembra essere il vero obiettivo dell'appello.

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