giovedì 24 agosto 2017

Un think tank per amico

LONDON — It’s time we gave the Italian military some respect. On the face of it, Italy is a woeful member of NATO, spending just 1.11 percent of GDP on defense — far below the alliance’s 2 percent benchmark. Only seven NATO countries spend less. But take a close look at the country’s contribution to European security and a rather different picture emerges.It’s high time Italy’s allies — particularly in the EU — recognize the country’s contributions to regional security.
Elisabeth Braw is a nonresident senior fellow at the Atlantic Council. politico

Si è parlato molto nel corso delle ultime settimane, man mano che venivano pubblicati gli scambi di mail dell'Ambasciatore Otaiba, del ruolo nefasto dei think-tank.
A seconda delle esigenze del committente, questi possono manipolare dati o addirittura inventarli di sana pianta, rischiando anche molto sul piano della credibilità.
Nel caso di sauditi ed emiratini, oltre all'enorme spesa sostenuta, è stato evidenziato come i think tank siano veicolo intrusivo che può fortemente danneggiare la sovranità di un Paese.
E le scelte che sono conseguite alle pressioni fatte attraverso i gruppi di potere in America, hanno mostrato anche come il think tank, assieme ad altri meccanismi, possa determinare scelte sbagliate a livello internazionale.
L'uso che il nostro governo fa di solito dell'Atlantic Council è di tipo soft come le sue politiche. All'Italia interessa piazzare i propri prodotti, specie quelli dell'industria bellica, per favorire gli introiti delle aziende di stato o comunque di quelle che godono dei favori del governo. Quindi si tratta principalmente di una contropartita rispetto ai soldati che vengono spediti qua e là per il mondo. Nel complesso la cosa non interferisce più di tanto sulla sovranità dell'America e non dovrebbe costarci molto, assieme ad interviste celebrative a ministri o presidenti del consiglio su testate pretigiose come il Nytimes..
In questo caso si pretende tra le altre cose maggior impegno sulla questione dei flussi migratori.
Per questo motivo facciamo l'air policing in "Paesoni" come la Bulgaria.



Foto Roberta Pinotti


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