Foto Julian Ropke
Al netto delle trattative alle quali il Libano ha preso parte, l'effetto è stato quello di cacciare dal proprio territorio personaggi scomodi appartenenti ad organizzazioni jihadiste, ma soprattutto di liberarsi di una quota di rifugiati che, oltre a provocare malumore tra la popolazione locale, verrebbero anche torturati proprio dall'esercito libanese. Almeno stando a molte testimonianze provenienti dai campi profughi. La maggior parte dei civili rientrati ad Idlib veniva da tutt'altra parte della Siria e nessuno ha chiesto loro se il trasferimento gli stesse bene.
Tra la cause del recente downgrading decretato da Moody's, c'è appunto il problema dei costi sostenuti per i rifugiati. All' indebitamento del Libano non saranno molto utili nemmeno le riforme fiscali finora varate. La stabilità del governo ha comunque determinato l'innalzamento dell'outlook da negativo a stabile.
Il cessate il fuoco è essenzialmente servito a dare una spolverata all'immagine del governo fornendo l'impressione che c'era preoccupazione reale per il fato dei soldati rapiti.
La popolazione si è chiesta però, perchè l'operazione a Ras Balbeek e i negoziati con Isis siano iniziati così tardi. Perchè governo ed esercito non sono padroni in casa loro . Che accada con gli americani, è cosa anche tollerabile. Si tratta di un supporto di cui pochi Paesi possono fare a meno. Ma operazioni importanti come quella dei giorni scorsi dovrebbero essere frutto di iniziativa indipendente. Invece, a dispetto delle note stampa finali, il Libano agisce spesso in seguito a triangolazioni che devono per forza di cose passare per gli Hezbollah e Assad.
Il riposizionamento di Daesh a Deir Ezzour è stato un regalo per il presidente siriano.
Il Libano è un Paese al collasso. Va indubbiamente sostenuto perchè un peggioramento della situazione da quelle parti avrà effetto domino anche da noi. Ma va aiutato in maniera concreta e monitorando e chiedendo conto delle sue strategie.
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