giovedì 1 giugno 2017

Le sfide di Tamim

A family member of al-Oteibi’s told Human Rights Watch that Qatari authorities detained al-Oteibi at Qatar’s Hamad International Airport on the evening of May 24, as he was attempting to leave Qatar and travel to a third country. The family member confirmed with Qatar authorities that they turned al-Oteibi over to Saudi authorities the next morning. He was not able to challenge his deportation.
HRW

The Custodian of the Two Holy Mosques King Salman bin Abdulaziz Al Saud received today a phone call from Fahd bin Mahmoud Al-Sayid, Deputy Prime Minister for Cabinet Affairs of the Sultanate of Oman, who congratulated the monarch on the holy month of Ramadan. The King exchanged with him the congratulations on this occasion and expressed appreciation of the Omani senior official for his noble feelings. SPA 31 May 2017

Al Oteibi ha scelto il momento sbagliato per chiedere rifugio in Qatar.
Tra le condizioni che sarebbero state imposte a Sheikh Tamim per fare parte a pieno titolo dell'alleanza del Golfo c'è la rinuncia alla pratica di dare ospitalità a dissidenti ostili ai Paesi del Golfo e all'Egitto.
Nulla ancora si sa dell'esito della visita all'Emiro del Kuwait. In giornata si era sparsa la voce che Sua Altezza avrebbe allungato il viaggio in direzione Oman. Ma a quanto pare ciò non è accaduto. Sheikh Tamim è arrivato in tempo per l'Iftar offerto da Sheikh al Sabah ed è subito ripartito.
Sarebbe importante per lui avvalersi dei consigli di Sultan Qaboos.
Anche l'Oman è spesso sotto tiro sia da parte degli Emirati Arabi che dell'Arabia Saudita.
Varie volte Mohammed bin Zayed ha organizzato le sue reti di spionaggio nel nord del Paese per fare leva sulle piccole rivalità locali covate contro il governo centrale. Altrettanto fa l'Arabia Saudita ai confini con lo Yemen approfittando delle bizze di una porzione della popolazione di Salalah, proprio la città nella cui reggia Qaboos ha trascorso l'infanzia con l'amata madre e nella quale spesso si rifugia, che non vede di buon occhio il governo del Sultano e preferirebbe una guida di stampo salafita del tipo di quella saudita.
Se Sheikh Tamim riesce a salvare non solo l'indipendenza del Qatar ma anche il proprio trono, visto che dietro a questo trambusto e all'odore di colpo di stato pare esserci una regia americana o europea che ben vedrebbe qualcun altro della famiglia alla guida del Paese, deve innanzitutto rivedere le proprie politiche e cercarsi alleati che ne condividano le linee e possano garantirgli lealtà.
L'Oman, che dopo minacce e ricatti circa presunti eccessi per i suoi rapporti con gli houti e lo stesso Iran, si è unito alla coalizione antiterrorismo nonostante le sue politiche basate sulla neutralità, potrebbe essere un modello di alleato. Una solida alleanza con il Sultano, anche in vista della successione, può scongiurare crisi più serie all'interno del GCC. Sheikh Tamim deve comunque adottare politiche più morbide negli scenari medio-orientali calcati e muoversi con cautela.
Tutta questa vicenda ha inoltre messo in evidenza come l'attuale sovrano del Qatar non possa fare affidamento su un corredo informativo ottimale a livello d'intelligence. Ci sono carenze anche nell'impostazione mediatica. Più in generale dovrebbe passare al setaccio e riorganizzare la rete di collaboratori e consiglieri che lo affiancano. Chiaramente inefficaci.
Un Golfo stabile ha bisogno di Paesi stabili e ciò non passa attraverso sgambetti e colpi di stato.

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