giovedì 16 marzo 2017

Perfino

Ha sollevato perplessità perfino un curioso blog che si dedica a diffondere messaggi in bottiglia relativi al mondo dei servizi segreti e al sottopotere romano (non metto il link, altrimenti che segreti sarebbero…), con allusioni su di me tipo “facile immaginarsi chi gli abbia procurato un filo diretto dall’Italia” (risposta: un parlamentare europeo). Stefano Feltri


Hai citato la frase. Ci si arriva via Google.
Non lancio messaggi come alcuni sostengono. Uso il linguaggio che mi è proprio e che può essere interpretato a seconda delle conoscenze che uno ha sulle questioni di cui m'interesso e della sensibilità personale. Forse deriva anche dalle vicende che ruotano attorno al mondo dell'intelligence sul quale mi sono concentrata più del solito negli ultimi tempi. Cinismo e mistero sono parte dello scenario. E alla fine tutto dipende da come si usa Internet. Un mezzo insidioso che non crea nulla di nuovo o eclatante, ma esagera la portata degli eventi e costruisce la percezione. Spesso più che avvicinare le persone, le allontana. Per farla breve commento i fatti così come ci vengono raccontati dalla stampa che purtroppo nel nostro Paese non è granchè.
C'è parlamentare e parlamentare. Anche in Italia, come nel resto d'Europa, da diverso tempo Assad e Putin sono sbarcati con la loro propaganda che non viene solo da Sputnik o dagli assadisti trapiantati. Diversi giornali si sono messi a loro servizio. Mi chiedevo se il fatto quotidiano, che ultimamente tiene una linea più aggressiva del solito, fosse tra questi. E per arrivare ad un parlamentare europeo ci sono diverse vie.
L'ultima che mi avevano raccontato è che ogni tanto mi leggono anche nelle alte sfere degli apparati di sicurezza chiedendosi chi siano le mie fonti.
Come diceva Mauro Parissone in un'intervista che ha fatto storcere parecchio il naso ai colleghi, non è tanto la notizia che in fondo tutti sono capaci di dare, ma il commento a fare la differenza.
Se si conoscono i meccanismi che regolano le vicende di geopolitica e sicurezza, alla fine si riesce anche a capire il fatto vero che c'è dietro alla notizia data da un Amadori o da un D'Agostino qualsiasi.
Perfino un blog può fare la differenza. Ma se dà così fastidio può togliere il disturbo. Anche questo è Internet. Si appare e si scompare senza che nessuno se ne accorga.

Per quanto riguarda la famigerata intervista, quello che non quadrava è il fatto che sia spuntata da un giorno all'altro su un giornale che si dedica a molte tematiche ma non in particolare alla realtà del medio-oriente. Sparata in prima pagina dopo l'abbuffata Consip, e senza un'introduzione adeguata (la postfazione serale sembrava più che altro un matrimonio riparatore) appariva come opera di propaganda. Per questo motivo i giornalisti si sono accaniti così tanto. Sappiamo tutti che l'unico modo per intervistare Assad è fargli da spalla. Il punto non è se sia un brutale dittatore. Per me è stata legittima anche l'intervista a Salvo Riina che ha voluto parlare solo da figlio e non da figlio di mafioso. Si può riuscire però a fare le domande giuste all'interlocutore di turno anche senza irritarlo. E' sempre questione di linguaggio.
Visto che studio da anni i movimenti jihadisti e in particolare le evoluzioni di al Nusra, per me sarebbe un sogno intervistare Abu Mohammed  al Julani. Conosco la sua storia e quello che vale al di là delle designazioni degli apparati giudiziari. Un uomo che ha sempre combattuto per liberare i musulmani e il suo popolo da oppressioni e invasioni. Perchè alla fine quello siamo. Invasori. Anche quando ci limitiamo agli addestramenti e il nostro esercito fa da guardia privata alle aziende italiane che lavorano in territori di guerra. Lo stimo ma non gli faccio sconti. Non sono al soldo della tivvù di un emiro. Gli chiederei se è vero che gli attacchi dell'altro giorno, così come sostiene il regime, avevano come obiettivo principale i civili sciiti e non le milizie come invece comunicato da Hayat Tahrir. La jihad difensiva, alla quale lui e gli altri combattenti hanno sempre ribadito di attenersi, non prevede l'uccisione mirata di persone innocenti. Abbiamo un vissuto diverso ma siamo entrambi musulmani. E' un legame più forte di quello di sangue. Io so come parlargli. Lui sa bene come rispondermi e io so come capirlo. Il linguaggio è una chiave che racchiude tanti aspetti delle questioni. Per quello è difficile ma importante trovare quello giusto.

Ussignur.
Ma non è che questo giovine si è innamorato di me ?
La mia mamma, pasionaria di Berlusconi, appena spunta Travaglio in tivvù rispolvera un vocabolario non proprio consono ad una maestra elementare. Non glielo posso proprio presentare . Se ne faccia una ragione !!!





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