domenica 5 marzo 2017

Jump the Stain e il convitato di pietra

Più precisamente un consiglio che avrebbe dato a Tiziano: «Non parlare con Alfredo Romeo». Per chi indaga, il generale avrebbe raggiunto le colline rignanesi per portare la delicata ambasciata e mangiare un po' di carne alla griglia in compagnia. Senza immaginare che quella sera, dentro al bosco, ci fosse ad ascoltarlo un convitato di pietra con la divisa del suo stesso colore. I pm, dopo aver convocato alcuni dei partecipanti a quella crapula, hanno chiesto conto del presunto audio di Saltalamacchia, senza però farlo ascoltare. A uno dei personaggi convocati in caserma è stata esibita la trascrizione di un discorso intercettato dalle microspie in quell' occasione conviviale. Che il testimone ha riconosciuto come avvenuto. Giacomo Amadori
Foto gonext

Veramente il generale Saltalamacchia, essendo a conoscenza di indagine ed intercettazioni che hanno come obiettivo gli ambienti che è solito frequentare, è talmente sicuro di sé da mettersi a cantare in mezzo alle colline? Un investigatore provetto non dovrebbe comunque azzardare troppo. Bisogna conoscere quello che ha fatto il generale nell'arco della carriera prima di giudicare quello che avrebbe fatto negli ultimi mesi. Amadori ha grinta. Almeno per quello risulta simpatico.
Ma la signora Saltalamacchia non si annoiava ?

Presunto audio non ascoltato suona come una trappola per il testimone e un tentativo di far crollare il generale prima dell'interrogatorio. Sembra che non abbiano alcunchè di concreto in mano. Che non è una colpa.  Al di là del fatto che è stata bruciata dai leaks, si tratta di una inchiesta molto difficile da cristallizzare con evidenze.

Se fuga di notizie c'è stata da parte dei vertici dell'Arma dei Carabinieri, mi limiterei a credere che si sia trattato di quelle frasi molto generiche che nel contesto renziano ci stanno tutte.
Quello di Renzi è stato un governo fatto di cerchi magici e nomine ma che poco ha governato. E d'altra parte aveva chi lo faceva per lui. L'antiterrorismo a braccetto con il procuratore si è scritto il decreto. Il generale Manenti tra un viaggio in India e uno in Siria era impegnato a mettere al sicuro la Sparkle proprio assieme a Gorelick e a Bacci. I servizi si sono trovati a respingere le mire di un Carrai "israeliano" molto affarista ma poco esperto. Minniti e Massolo, che raramente avevano occasione di incontrare faccia a faccia il giovane premier, hanno arrangiato la soluzione libica.
Questo è il motivo probabilmente per il quale Matteo Renzi appare poco nel contesto della vicenda Consip e ci si rivolge piuttosto al padre e a Verdini. Ognuno nel mondo di Matteo presidente del consiglio pensava a mandare avanti la baracca Italia come poteva, cercando di trarre beneficio anche per se stesso.
Il generale Saltalamacchia, che evidentemente gestisce il proprio percorso professionale attraverso altri canali e lo stesso dovrebbe valere per il generale Del Sette, ha pronunciato quella frase che dice tutto e niente (se lo ha fatto) per conoscenza o amicizia. Ripercorrendone la carriera balza agli occhi come sia persona altamente stimata ed ascoltata in vari ambiti ed ha trascorso molto tempo tra Lazio e Toscana.
Un pò come accadde per il colonnello Grazioli in Calabria, addirittura in carcere e alla fine assolto, forse è rimasto vittima dell'ambiente ristretto e provinciale toscano al quale lui sembra essere molto attaccato.

All'altra frase, quella riferita da Marroni, tendo a non credere perchè è di manifesta gravità. Bisogna presentare riscontri e anche dimostrare quali vantaggi avrebbe avuto il generale Saltalamacchia dal mettere a rischio se stesso in modo così spregiudicato. Difficile credere in questo caso, che si tratti di una semplice questione di amicizia così come sosterrebbe l'AD della Consip nel suo ruolo di testimone. Ma d'altra parte Marroni e gli altri stanno giocando in maniera da ridurre al minimo i danni. Molte delle confessioni spuntate dai verbali non hanno una logica se non quella di salvare la pelle. E ovviamente gli inquirenti ne sono ben consapevoli. Anche a lui hanno gettato l'amo così come al malcapitato di turno dell'audio presunto.
L'unica strategia difensiva che il generale può mettere in atto, è quella di negare qualsiasi riferimento. Altrimenti si aprirebbe uno squarcio percorribile. Che è quello a cui i magistrati puntano non tanto nei suoi confronti, ma per formulare un'accusa concreta nei confronti dei personaggi principali. Negare nel suo caso non significherebbe mentire. In questa vicenda stralunata lui proprio non c'azzecca. Almeno a giudicare dagli elementi messi a disposizione dalla stampa.

Saltalamacchia da tenente investigò sulle squillo di via Palizzi.
Pare il destino dei grandi passati da quelle parti, essere indagati a Napoli.
Alla fine, è la somma che fa il totale.


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