martedì 17 gennaio 2017

E vorrei sapè che fine ha fatto Tiberio Gracco

Ovviamente la cosa non è stata ben vista, a cominciare dagli altri caporeparto, operativi da più anni nei rispettivi ruoli. Blengini, toscano come Gabrielli, seppur di adozione, farebbe parte anche lui del piano di toscanizzazione di tutti i posti chiave della macchina amministrativa italiana.l'intellettualedissidente
«Non aver colto il valore politico del referendum. Mi sono illuso che si votasse su province, Cnel, regioni. Errore clamoroso. In questo clima la parola riforma è suonata vuota, meccanica, artificiale. Nel 2014 il Paese sapeva di essere a rischio Grecia, l`efficienza aveva presa, funzionava perché serviva. Tre anni dopo avrei dovuto metterci più cuore, più valori, più ideali. Insomma, meno efficienza e più qualità».repubblica via pd

Se gli altri sono rimasti attaccati al palo, evidentemente non valevano più di lui nè professionalmente nè in termini di graduatoria. Detto con rispetto, per parafrasare il giovane ex-premier.

Che poi pare che il famigerato lato ruvido del carattere del Blengy sia semplicemente espressione della sua introversione. Quindi non sarebbe l'orco che ci si potrebbe immaginare.
Passati i quaranta è difficile cambiare carattere.
Bisogna usarlo al meglio nonostante le criticità.
Comunque questa cosa che continua a nascondersi non si può concedere.
Ci siamo sudati questa promozione, ci siamo sorbiti il tormentone della stampa da web di destra.
Una foto è d'obbligo per i miei archivi.

Matteo Renzi che è ancora giovane invece, non dà segni di cambiamento formale nè sostanziale.
Finge ravvedimento ma prosegue per la sua strada.
Un buon leader deve sapere fare gruppo anche con gli esterni.
Inutile cercare casa a Roma se ci si porta gli armadi da Firenze.
E se si ricomincia con la solita sbobba dei volti nuovi estranei alla politica.

Nessun commento:

Posta un commento