giovedì 19 gennaio 2017

Crazy Train

Ropke è uno dei migliori tra quelli che seguono il conflitto siriano.
Però non conosce la mentalità del medio-oriente e non ragiona in termini militari. E soprattutto non inquadra i fatti nel contesto della storia del jihadismo.
E' sbagliato pensare ad Ahrar e Jabhat come due unità coese ed indipendenti. Il gioco dell'annessione, iniziato da al Julani da diversi mesi, tendeva a liberarsi delle mele marce e dei doppiogiochisti ma teneva in conto che le divisioni sarebbero continuate. JF a Idlib si muove in un certo modo. In altre parti subisce un cambio di passo.
Stessa cosa per Ahrar. Il fatto che non vadano ad Astana non significa che siano uniti o abbiano la stessa visione delle cose di Jabhat. Sheikh al Julani è un uomo concreto. La sua storia parla per lui.
Fallito il merger, non rimaneva che sottrarre Ahrar all'influenza dei turchi.
E lo fa a tutti i costi. Annientarli dal punto di vista militare significa avere il comando delle operazioni e la resa di tutte le armi che non è riuscito ad ottenere attraverso una fusione.
Anche in questo modo si arriva ad una Siria unita.
Non è vero, come si racconta, che Assad sta vincendo su tutti i fronti.
L'assedio in stile Aleppo, che ha messo in atto a Wadi Baraa da alcune settimane a dispetto del cessate il fuoco, e che gli ha fatto perdere un mediatore importante come il colonnello Ghadban colpito proprio vicino al fiume, fa capire quanto i suoi siano disperati e abbiano bisogno dei passaggi cruciali da fornire a hezbollah e iraniani. Questa guerra sarà lunga. Vince chi saprà combatterla senza illudersi.

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