mercoledì 7 dicembre 2016

Lo stile è come il coraggio di Don Abbondio

Blengini sorrise compiaciuto.
L'idea dell'ingresso con la registrazione degli applausi era stata sua.
Serviva a rincuorare il giovane quasi ex-premier che ormai si era già ripreso, e a lanciare un messaggio ai suoi nemici. Matteo aveva parlato più da premier che da segretario di partito.
Lo aveva fatto per nascondere le carte. Mica perchè non aveva niente da dire come capo piddino. Aveva elencato tutti gli insuccessi come se fossero successi.
Non ultimo quello della vicenda egiziana.
Il ringraziamento a Pignatone era stato la ciliegina sulla torta.
Aveva dedicato all'intelligence gran parte del discorso.
Li aveva ringraziati per la gestione dei rapimenti all'estero.
Che non significava che la sua agenzia non ci aveva lavorato.
Ma i cugini erano così. Avevano bisogno di essere coccolati.
Gli uomini della sicurezza interna erano invece gente matura.
Loro lavoravano anche venti ore al giorno.
Non avevano tempo di dedicarsi a tresche extramatrimoniali.
Blengini ogni tanto dava uno sguardo a quello che si diceva di loro in rete.
Un agente segreto si avvale di tutte le informazioni disponibili.
Matteo aveva anche parlato del rapporto con le famiglie dei rapiti.
Il che spiegava le loro continue lamentele per l'assenza della Farnesina.
Era compito del premier rincuorarli ed informarli. La capacità di relazionarsi al genere umano era una prerogativa di Matteo.

Gli era piaciuta la monografia che il Tirreno aveva pubblicato.
Sobria come era lui.
Lo si poteva incontrare all'altezza del Caffè Margherita. Non dentro.
Lui era un personaggio di peso ma sempre servitore dello stato.
I suoi denigratori avrebbero saputo che aveva una famiglia a dispetto del carattere ruvido. Quando hai qualcuno che ti aspetta a casa a una certa età, vuol dire che hai fatto bene nella vita.
Quelli che spifferavano bugie a certi giornali, non potevano dire altrettanto.
Magari sarebbe andato a casa nel fine settimana.
A giocare alla playstation con Matteo.
Il versiliese gli piaceva. Suonava un pò come la marsigliese.
Da vicedirettore avrebbe dato la carica a tutti.

Sospiro profondo.
Per la patria.
E la poltrona di direttore.
The sky is the limit.


Foto unitàtv

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