mercoledì 14 dicembre 2016

Il siluramento di Akhtar

Non ho mai fatto mistero della mia profonda ammirazione per il direttore uscente dei servizi segreti pakistani.
E la ribadisco dopo la sua partenza anticipata. C'è poco da metterci il rossetto.
Quando un soldato o un poliziotto vengono piazzati a dirigere una scuola, vuol dire che sono stati cacciati a pedate nel sedere. Però a Rizwan Akhtar vanno concesse delle attenuanti.
Non ha risolto il problema del terrorismo, cosa che ha fatto arrabbiare il primo ministro, nè ha terminato l'era del good taliban/bad taliban, il che ha fatto arrabbiare gli americani e che per sua stessa ammissione nella tesi del dottorato di ricerca, è una misura necessaria.
Il generale Akhtar, assieme al generale Shareef, si è dovuto confrontare con una situazione di sfascio permanente del sistema politico pakistano, con le continue intrusioni degli indiani e con inutili bilaterali in Afghanistan, che mai daranno i risultati sperati.
Il nuovo comandante dell'esercito Qamar Bajwa, che sarebbe stato l'ispiratore della cacciata di Akhtar, ha voluto semplicemente giocare d'anticipo piazzando un suo uomo di fiducia che tra l'altro proviene dall'intelligence e dall'antiterrorismo, per dare uno zuccherino a Nawaz Sharif. Vedremo se è all'altezza del ruolo e, assieme a Naveed Muktar, saprà fare meglio. Per adesso ha cacciato anche l'addetto stampa suo omonimo. Il generale Asim Bajwa. Molta forma. Aspettiamo la sostanza.

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