sabato 31 dicembre 2016

Cacciamo i fessi e ci perdiamo le cellule

29 dicembre 2016Tema: Sicurezza Con un volo decollato questa mattina da Roma Fiumicino e diretto a Tunisi, è stato espulso, per motivi di sicurezza dello Stato, un 23enne tunisino, residente in provincia di Brescia. Le indagini di polizia hanno documentato che lo straniero era collegato a un foreign fighter marocchino, già domiciliato nel milanese, con il quale era in contatto tramite social network. Rientrato in Italia il 15 agosto scorso, dopo un prolungato periodo in Tunisia, il cittadino tunisino aveva manifestato chiari indicatori di radicalizzazione. Le attività investigative, operate anche con la collaborazione internazionale e dei servizi di intelligence, hanno evidenziato che a metà novembre 2016 aveva ricevuto indicazioni, da persona a lui nota, di compiere attentati in Italia simili a quelli compiuti in Francia e in Belgio, per ritorsione contro le operazioni dell’Italia in Libia. Inoltre, il tunisino espulso oggi, aveva manifestato l’intenzione di lasciare l’Italia quanto prima per unirsi allo Stato Islamico. Con il provvedimento eseguito oggi salgono a 132 gli espulsi con accompagnamento in frontiera dal gennaio 2015, di cui 66 dal 1° gennaio 2016. Viminale


Terrorista sei ?

La domanda del contatto di Bendhiab, dopo aver letto la notizia dell'espulsione, la dice lunga su come i musulmani vivono questa stagione terroristica. Non sono inclusi nella strategia di prevenzione.
Nessuno sa in che cosa consista veramente un processo di radicalizzazione nè quali siano i segni premonitori. Va da se che alla fine prevale la sensazione che gli investigatori si svegliano alla mattina e consegnano al ministro il malcapitato di turno.

I giornali hanno scritto che Bendhiab stava preparando un attentato.
Se così fosse, l'inchiesta sarebbe approdata in tribunale.
Sarebbe interessante sapere cosa c'è scritto veramente nelle relazioni inviate al ministro che fa le proprie valutazioni e decide per l'espulsione. Provvedimento che, ci è stato detto, viene adottato su base predittiva. Chi viene espulso non è un terrorista ma potenziale.
Il fraseggio usato dal Viminale per illustrare il caso specifico è molto vago.
Chi di noi non ha contatti o non è collegato ad un foreign fighter in tempi di internet ? E siamo tutti consapevoli di essere sotto osservazione.
In una chat pubblica tempo fa argomentavo con un foreign fighter di Jabhat Fath che l'approccio militare in Siria è sbagliato e sarebbe preferibile la mediazione politica o il compromesso su un tipo di governo che potrebbe essere anche secolare ma con una forte componente islamica.
Abu Saeed a quel punto mi ha detto : perchè non vieni in Siria a vedere come la gente soffre ? Ti renderesti conto che con Assad non c'è modo di fare compromessi. Allora io ho risposto : di sicuro un giorno verrò, ma solo quando la guerra sarà finita.
Ho manifestato l'intenzione di lasciare l'Italia e la domanda posta era una indicazione ?

Sempre i giornali hanno scritto che gli investigatori sarebbero sulle tracce di una cellula sulla quale Amri poteva contare in Italia. Conosco bene come lavorano le nostre forze dell'ordine e i servizi segreti. Abbiamo le spalle coperte dalla Siria a Berlino. E anche oltre.
Non possono avere perso una cellula organizzata. A metà tra la microcellula e la cellula vera e propria c'è un mondo di contatti, sparso tra i social e la vita reale, che Amri di sicuro aveva. Persone alle quali magari poteva chiedere ospitalità in quanto stranieri o musulmani come lui. Si tratta di profili non ben definiti che vanno dalla microcriminalità allo studente e che possono sfuggire o comunque per gli investigatori è difficile collegare tra loro. Su questo bisogna lavorare.
Bendhiab è sicuramente un soggetto a rischio ma se si concentrano tutti gli sforzi e gli uomini su quelli come lui, si rischia di non arrivare ai vari Amri in circolazione.
Allora ci scappa l'attentato.

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