mercoledì 12 ottobre 2016

Volerai

Per essere nominato vice direttore dell’Aisi devi essere stato per tre anni consecutivi un capo reparto del servizio segreto. E Blengini non lo è stato. A Palazzo Chigi stanno provando a metterci una pezza, sommando i periodi in cui Blengini lo è stato in passato. Ma per riuscirci devono cambiare le norme. Mario Parente, capo dell’Aisi, ha garantito che verrà trovata presto una soluzione. Dagospia
«Negli ultimi due anni – ha fatto notare il sottosegretario – abbiamo assunto 60 giovani provenienti dagli atenei italiani. Una piccola rivoluzione copernicana, grazie alla quale sono entrati a far parte energie competenze del Comparto Intelligence direttamente dalle università e non solo dal bacino delle forze armate e delle altre amministrazioni pubbliche». sicurezza nazionale

Pur essendo cambiato il bacino di raccolta dei segnalati e dei loro referenti, i giochetti all'interno dei servizi sembrano essere rimasti gli stessi.

Non c’è nessun congelamento.
Semplicemente, stando a quanto riferito da Amadori, c’è da realizzare un delicato lavoro di architettura burocratica che non si esaurisce nel giro di qualche settimana .
La decisione è stata evidentemente presa contestualmente a quella della nomina del generale Parente alla guida dell’Aisi. Ma qualcuno all’interno dei servizi non si rassegna. E così ha messo in moto la consueta macchina politico-mediatica che di solito accompagna questo tipo di vicende.
Si tratta dello zoccolo duro dei servizi che poggia sul centro-destra. Può essere che in questo secondo round abbiano trovato un forte alleato nello stesso generale Saltalamacchia e nei suoi sponsor.
L’obiettivo come al solito è quello di scongiurare l’ingresso ufficiale di Marco Carrai a Palazzo Chigi indebolendo Renzi. Non è un caso che in questi giorni l’instancabile Fittipaldi abbia ripreso la storia, a quanto pare rivelata da Belpietro nel suo ultimo libro, del coinvolgimento di Andrea Stroppa, allora minorenne, nell’inchiesta di qualche anno fa sugli hackers che avevano attaccato alcuni siti istituzionali. All’epoca me ne occupai incuriosita dall’accusa che Gianluca Preite, poi difeso dall’avvocato Taormina, fece alla polizia postale di Tommaso Palumbo, di averlo praticamente incastrato quando lui invece stava collaborando con loro ad una serie di operazioni.
Il tribunale rigettò questa tesi.
Il dottor Blengini, che sarà un’ottima persona e un buon funzionario in grado di vigilare sulla regolarità dello svolgimento del referendum a prescindere da risultato ed interessi, è capitato in mezzo all’ingranaggio. Sicuramente l’incarico è meritato. Magari, con il supporto della sua esperienza ed autorevolezza, potrebbe fare presente al giovane premier e al ministro, che sarebbe il caso di iniziare a fare la mappatura di moschee vere e proprie. Non di garage e sottoscala.

3 commenti:

  1. Che poi come scriveva la notiziagiornale.it questi neoassunti non erano tutti scappati? http://www.lanotiziagiornale.it/2016-fuga-da-forte-braschi-le-giovani-promesse-scappano-dai-servizi-segreti/

    Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi.

    Gattopardo

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    1. Di notizie vere e proprie sui servizi da noi non ci sono.
      Continuiaamo a parlare di storie raccontate da gente che scrive per questo o quel committente. Nessuno conferma o smentisce. Non mi stupirebbe se tutta questa storia su Blengini fosse falsa . Ma visto che in questo Paese non si fa cultura della sicurezza tantomeno cultura, si va avanti così. A discutere di storie.

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    2. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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