domenica 2 ottobre 2016

Uniti o quasi

Voci disperate di mamme che hanno perso i propri figli affascinati e raggirati da una folle ideologia di morte e voci di chi, dopo aver combattuto per l’Isis, ha perso la libertà non potendo tornare più indietro... Queste testimonianze circolano e si ha forte il sentore dell’impossibilità di uscire dal Daesh una volta che si è dentro. È uno stato assimilabile a quello di schiavitù che comincia con il sequestro del passaporto e che arriva fino all’uccisione dei disertori. Diverse le voci dei “disincantati” come quelle delle ragazzine che, una volta diventate “Spose del Jihad”, si accorgono di essere usate esclusivamente come schiave del sesso. Una delle armi che deve essere utilizzata contro i reclutamenti e le radicalizzazioni è quella della diffusione, soprattutto rivolta ai giovanissimi, di queste storie, nelle scuole, sul Web, sui giornali e in tv. Questo deve essere accompagnato poi da percorsi di “deradicalizzazione” per recuperare i giovani e farli tornare alla vita normale. poliziamoderna

Dopo un lungo esilio, finalmente l'antiterrorismo torna sul sito della polizia di stato.

Lamberto Giannini è un gigante dell’antiterrorismo, ma anche persona di buon senso e umanità.
Stona un pò, in questa sua intervista, che assieme al dossier sulle norme è un ottimo compendio per chi non ha avuto tempo di seguire l'evoluzione del fenomeno, il riferimento alle testimonianze che circolano e al sentore. In altri Paesi si fanno vere e proprie campagne di sensibilizzazione con le voci delle famiglie dei foreign fighters. Da noi a parte qualche intervento sporadico dei genitori di Anas el Abboubi e del padre di Meriem, persone e questioni vengono sempre strumentalizzate in chiave politica.
Paradossalmente sui nostri media è stata data voce a gente come Anjem Choudary, Maria Giulia Sergio e Bilal Bosnic. Intervistati come delle superstar. E chi ha realizzato questi capolavori, siede nella famosa commissione di studio promossa dal sottosegretario Minniti. Un caso ?

Claudio Galzerano timidamente prometteva maggiore apertura dell'antiterrorismo proprio sul versante umano, ma non mi pare che ci siano iniziative in merito. Non si pretende un giro in camper da loro, ma almeno una mano tesa. Con un governo poco competente ed ancor meno interessato a certi risvolti, se non ci aiuta la polizia chi altro ?
Nelle ultime settimane vedo sempre più persone sui social, tra quelli seguiti anche da polizia e servizi, che se prima si potevano definire solo salafiti o intransigenti, adesso sono sulla linea di confine.
Le immagini dei massacri perpetrati da russi e siriani sono difficili da reggere per tutti, ma per noi musulmani sono struggenti. L'emarginazione è un potente catalizzatore per il salto della linea di confine.
E in Italia si fa poco per allontanare quella linea.

L'avventura di Daesh in Siria e in Iraq è agli sgoccioli.
La diaspora terroristica è alle porte.
Non basteranno norme repressive e raccomandazioni per ridurne l'impatto.

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