lunedì 3 ottobre 2016

Un drone ci seppellirà

Gli Stati Uniti continuano a fare terra bruciata attorno a Jabhat Fath e ad al Julani che perde ai punti in maniera pesante.
Non solo non riesce ad imporre agli alleati il distacco da americani e turchi, ma deve anche subirne i tradimenti. Evidentemente le informazioni sui movimenti dei vertici del gruppo vengono passate proprio dalle formazioni che hanno aderito all'alleanza anti-Assad.

Gli americani continuano comunque a non capire il medio-oriente e a prolungarne lo stato di caos, come spesso amano ricordargli i sauditi.
Da un lato la strategia militare adottata favorisce il regime siriano e dall'altro non chiuderà la guerra. Tantomeno porterà verso un accordo politico. I curdi non sono forti abbastanza per vincere un conflitto e di certo non mettono d'accordo turchi ed arabi.
In questo modo non si arriva ad una soluzione.
I governi del Golfo in maniera compatta dovrebbero uscire allo scoperto dichiarando il loro supporto ad una compagine definita di ribelli, obbligandoli così a comportarsi da esercito regolare per poi avere un ruolo nel post-Assad.


Ahmad bin Salama Ben Mabrouk bin Abdel Razek, conosciuto anche come Abu Faraj al Masri, ucciso oggi dagli americani che non ne hanno indicato il nome, faceva parte del cenacolo di Muhammad Abdus Salam Faraj, accusato come lui dell'omicidio di Sadat.
Il suo libro The absent obligation era nella libreria virtuale di Anas el Abboubi, così come è parte della scorta accademica di ogni bravo jihadista moderno. Un inno all'odio contro l'Occidente, ma anche contro i governanti arabi e i cosiddetti musulmani moderati, colpevoli di non aderire alle loro regole.

La designazione ufficiale di Anas nella lista del dipartimento di stato e del tesoro è stata per forza di cose ispirata dall'Italia. Conoscendo gli ottimi rapporti che qualche agenzia di casa nostra ha con gli americani, è facile ipotizzare anche di chi si tratti.
Una mossa che lascia intuire che molto probabilmente non si hanno notizie precise dei suoi movimenti e delle sue intenzioni, anche se ogni tanto si manda a dire sui giornali che lo si sta tenendo d'occhio. Il drone è sempre il piano B migliore da mettere in atto .
C'è da augurarsi che chi ha preso una decisione in tal senso, si sia studiato con cura il profilo del ragazzo, ma che soprattutto lo abbia compreso.
Anas non è più il ragazzotto che passava le ore su Google indeciso tra un viaggio in Belgio e un esplosivo fatto in casa. Adesso è diventato una belva umana.
In Siria ha trovato un senso alle sue letture.
Quella designazione può svegliare la belva.
E noi siamo l'obiettivo della sua rabbia. L'Italia che gli dava del talebano quando era un bambino e che fa vivere il padre come un cane, maledetti.

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