lunedì 31 ottobre 2016

Scambi di cortesie

Krekar's lawyer, Brynjar Meling, told AFP that his client was now going to the Supreme Court. Meling said his client had merely made an attempt to form a political party in Iraqi Kurdistan. "This has nothing to do with terrorism," he told TV2. The lawyer has repeatedly accused Norway of using the case as an excuse to get rid of a cumbersome Krekar, who cannot be deported to his country.
alarabiya 21 October 2016

Il governo norvegese è riuscito ormai a convincere anche l'apparato giudiziario della necessità di liberarsi di Krekar. Più che preparare l'appello, il buon Meling dovrebbe dedicarsi ad organizzare il futuro del proprio cliente mediandolo con gli americani che sono i veri padroni del destino del mad mullah.
Il mero tentativo di formare un partito in Kurdistan di questi tempi, ma anche prima, equivale a scombussolare i già delicati equilibri iracheni. Il Pentagono da sempre fa affidamento sui curdi per cercare di far tornare i conti in Iraq. L'Italia si è prestata all'operazione Krekar ottenendo, tra le altre cose, la designazione di Anas, qualche contributo nel contrasto al crimine informatico e magari la cattura di un latitante.
Insomma tutta la roba che fa twittare il ministro ed esultare il Casa.
Tutto tranne la verità sulla morte di Lo Porto ovviamente.
Speriamo che almeno Aise e antiterrorismo, che dovrebbero essere gli architetti della storia, vista l'osmosi che c'è a detta di alcuni dirigenti, abbiano pensato anche ad un modo efficace per liberarsene al più presto possibile. Quell'uomo in Italia non può fare che danni.
O forse qualcuno vuole tenerselo apposta ?

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