giovedì 6 ottobre 2016

Il generale e la Marianna

Un  carabiniere non credente.
Bizzarro.

Ero radicale ai tempi in cui Giovanni Negri era il delfino del momento di Pannella. Un giovane molto arguto con buona capacità oratoria. Mi pare provenga dalla borghesia piemontese.
Allora ero una ragazzina alle medie con una grande passione per storia e politica. E le paginette dei libri di scuola non mi bastavano. Dei radicali mi piaceva questo loro remare contro per rinnovare un Paese vecchio e lento come l’Italia. Mi avevano infiammato l’animo anche con la battaglia su Toni Negri.

intervista radio radicale

Non è che Casaleggio e Grillo abbiano inventato chissà che di nuovo. Al massimo sono stati abili nello sfruttare al meglio le potenzialità della rete. Per il resto, ieri come oggi, un pugno di gonzi che sente il bisogno di sognare un mondo diverso e alla portata di tutti, lo si trova facilmente. I discorsi sull’essere al di fuori delle logiche partitocratiche e sull’onestà, da noi sono come il miele per gli orsi.
Non mi è mai piaciuta però, la personalizzazione delle battaglie sulla giustizia. E’ vero che in questo Paese l’unico modo di ottenere qualcosa è fare rumore, ma ogni vicenda è un caso a se. Quella di Mori non è solo questione di un processo costruito su teorie. E’ la giustizia siciliana tutta fatta così. Pare un’oasi con regole proprie. Meriterebbe un approfondimento più ampio, ma nessuno vuole farsene carico.
I giornali anglosassoni durante l’estate notavano che è stata fatta scendere una cortina di silenzio sulla vicenda del presunto scambio di persone nell’indagine sul somalo trafficante di persone. Fatto sta che la stampa di casa nostra non ne ha più parlato.
C'è da augurarsi che questa ennesima battaglia serva a qualcosa.

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