lunedì 17 ottobre 2016

Da Vinci Dateci una sede definitiva

Guardavo da lontano stamattina questa marea umana che convergeva su corso Vittorio. Pensavo si trattasse di lavoratori in esubero o gente che chiede lavoro. Questi sono i problemi che il governo non risolve . E invece erano ragazzi. Ben vestiti. Educati. Determinati. Avevano messo a guardia del corteo due blindati e due macchine davanti e dietro. I poliziotti sbadigliavano annoiati. Sapevano che non avevano i no tav da controllare. E quando il capogruppo (si chiama così ?) si è messo a gridare che volevano la sede definitiva, mi è tornato in mente di quando ero al liceo.

Scioperavamo senza sapere nemmeno perché . L’ordine partiva dai giovani comunisti.
Da quel Maurizio Acerbo che poi ha fatto carriera in politica. Ovviamente. Quando sono giovani fanno credere che è solo una questione di ideali. Ma alla fine vogliono tutti il potere .
Io me ne tornavo a casa che non vedevo l’utilità di manifestare e nemmeno ti facevano entrare a scuola. Anche noi avevamo un problema di sede provvisoria della sede distaccata del Galilei. A Montesilvano eravamo sistemati in una villetta a piano terra. Non era granchè come scuola, ma ci si stava bene. Era come una grande casa. Tinteggiata con colori accoglienti. C’erano i giardinetti fuori, così con il caldo uscivamo. Non protestammo per quella sistemazione. I rappresentanti di classe e d’istituto la facevano saltare fuori ogni tanto alle riunioni per tenere alta l’attenzione. Così vanno fatte le trattative. A forze di piccole minacce e ricatti.
Poi comunque ci diedero la nuova sede. Era su tre piani. Colorata in grigio e bianco. C’erano i laboratori e anche il campo da volley. Ma era così triste. Messa proprio sulla nazionale tra traffico e smog. In mezzo ad altri palazzi con uffici. Niente più famigliole come vicini e nemmeno scampagnate .
Le soluzioni definitive, per essere efficaci, devono essere scelte e non imposte.
Sennò è meglio rimanere provvisori.

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