venerdì 12 agosto 2016

Esportazioni fallite

E' il modello di condivisione delle informazioni, nato dall'intuizione dell'allora ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu che nel 2003, dopo l'attentato di Nassiriya, creò il Comitato Analisi Strategica Antiterrorismo (CASA). 
...ha messo intorno a un tavolo permanente i 'key players', il direttore centrale della polizia di prevenzione, un caporeparto del Sisde, un capo dipartimento antiterrorismo del Sismi (ora i servizi segreti sono Aise e Aisi, ndr), un capo reparto dei carabinieri, uno della Guardia di Finanza e un dirigente dell'Amministrazione Penitenziaria. Si tratta di un gruppo di persone 'operative', non funzionari che si riuniscono in modo solo formale ma persone impegnate sul campo, che in sostanza si occupa di valutare le minacce, mette in comune tutte le informazioni di ogni corpo, condivide sia le notizie che le operazioni, che sono quindi congiunte. 
E' una forma di 'assunzione congiunta di responsabilità..
L'Italia è l'unico Paese in Europa, che, grazie a questa 'messa in comune' delle informazioni, ha un elenco consolidato e condiviso di tutte le persone che sono andate in Siria-Iraq, sia come foreign fighters sia come semplici sostenitori.
 Abbiamo cercato di esportare questo modello all'estero, ma finora senza riuscirci completamente.
Claudio Galzerano Luglio 2016 Reuters

 «Quando sono venuti di notte a prendersi mio figlio per portarselo via perché era pericoloso mi hanno detto che lo tenevano sotto osservazione da quasi un anno. Perché non me l'hanno detto prima? Perché me l'hanno tenuto nascosto? Perché non mi hanno dato la possibilità di fare il padre?».
«Se la loro è stata un'azione preventiva, perché l'hanno hanno lasciato diventare un terrorista? Sempre che sia vero, visto che nel farlo non è mai uscito dal computer. E perchè non l'hanno fermato prima? Forse intendevano fagli fare da esca per qualche pesce più grosso? Si rendono conto che è un ragazzo e che me l'hanno sbattuto come un mostro in prima pagina?».
Karim El Abboubi 15 Giugno 2013 Vallesabbianews

Sarebbe troppo facile bastonare il dottor Galzerano ricordandogli che, almeno negli anni in cui il Casa fu istituito, fidarsi di operativi o funzionari del Sismi era un pò come credere a babbo Natale.

Un amico inglese tanti anni fa, si vantava del fatto che lui e la moglie condividevano un account di posta elettronica attraverso il quale si tenevano in contatto con parenti e amici.
Però ognuno aveva un altro indirizzo email di cui l'altro coniuge non possedeva la password.
Il mio amico faceva di questo elemento un motivo d'orgoglio. Diceva che nella coppia bisogna comunque mantenere una sfera di privacy separata. La cosa non mi convinceva.
Da brava zitella sognatrice e giovincella, mi nutrivo di film romantici secondo i quali in amore bisogna condividere sempre tutto. Quando tempo dopo, venni a conoscenza del fatto che il mio amico si era separato, pur essendone dispiaciuta perchè sapevo quanto erano importanti per lui la famiglia e i tre figli, con un pò di cinismo sorrisi ricordando la questione delle mail separate.
Negli anni ho cambiato idea.
Ci sono volte in cui bisogna giocare a carte coperte anche con le persone più care.

Nella sua tragica semplicità e all'indomani dell'arresto del figlio, il padre di Anas, abituato a quelle che purtroppo sono dinamiche normali in Paesi come il Marocco, ha intuito quello che può essere accaduto.
Di certo la polizia non ha aspettato apposta che commettesse un crimine. Ha seguito la legge alla lettera. Così come l'ha seguita chi evidentemente si è occupato di Anas in altra maniera e in tempi diversi.
Da tutte le inchieste successive a quella denominata screen shot, il suo nome compare in diversi contesti. Non sembrerebbe che sia stato parte di alcuna organizzazione, ma si dava da fare.
Quindi probabilmente prima e dopo l'arresto qualche angelo lo affiancava con modalità che la legge permette.
Più che con gli organi che effettuano il monitoraggio di certi ambienti, bisognerebbe prendersela con lo stato che non c'era e non c'è . Se Anas avesse avuto un supporto specifico dopo essere stato individuato in questura in seguito alla richiesta della manifestazione di cui si fece portavoce ed organizzatore, si sarebbe salvato dall'arresto e dalla guerra.

Mi pare che da qualche giorno sia attivo un database con cui le agenzie di intelligence condividono informazioni in tempo reale che dovrebbero scongiurare grossi attentati.
Si trova a Den Haag ma non è l'Europol tanto caro a Galzerano e Di Legami.
Quando le finalità sono le stesse ma in maniera molto broad, più di tanto non si può condividere.
Accontentiamoci.

2 commenti:

  1. L'idea che ne ricavo è il nulla: analisi apparentemente corrette e precise che man mano si diluiscono fino a diventare acqua qualunque. Devo francamente dirti che è una sensazione diffusa in molti dei tuoi post. Rileggerò.

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    1. come ti invidio
      riuscissi a trovar lavoro da quelle parti mi trasferirei
      acqua sicula come il mare omanita
      si vede che non è destino
      s'abbenedica

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