martedì 9 agosto 2016

Dissociato

«Mi sono allontanato dalle logiche dei terroristi nel momento in cui l’Isis ha iniziato a colpire innocenti. Fino a quando il conflitto si è svolto nei confini della Siria per sconfiggere la dittatura di Assad, non escludo che io abbia patteggiato per il gruppo anti-Assad dell’Isis». Vicinanza «politica» contro il governo del dittatore Bashar al-Assad, poi la dissociazione dall’autoproclamato Stato Islamico: questa è la linea difensiva di Mohammed Kamel Eddimi Khemiri, il tunisino che inneggiava «alla sconfitta dei cristiani» su facebook, accusato di essere un simpatizzante dei terroristi islamici dalla magistratura napoletana. ilmattino

In attesa che i carabinieri passino al setaccio movimenti, passaggi di denaro e contatti, quella della dissociazione è l'unica strategia difensiva da porre in atto in un caso del genere.
Ma è anche la realtà sul campo in Siria e la chiave di svolta per convincere almeno gli indecisi a non intraprendere o continuare sulla via della radicalizzazione.

Se in Iraq, che in fondo ha dato i natali a quel Zarqawi padre fondatore del califfato, Daesh riesce con relativa facilità a convincere la popolazione locale e le tribù, che le sue tattiche del terrore altro non sono che espressione di un jihadismo più che giustificato, nella terra di Sham incontra diverse difficoltà. Anche il presunto divorzio di al Nusra da al Qaeda vuole significare una sorta di ritorno alle origini e una pulizia, almeno formale, della propria immagine.
La jihad difensiva dei qaedisti, non esente da violenza, è servita a conquistare la fiducia dei locali ed alleanze preziose. E anche ad attrarre foreign fighters.
Al tempo stesso la violenza ingiustificata può scoraggiare i potenziali jihadisti in partenza dall'Europa.

Nessun commento:

Posta un commento