lunedì 8 agosto 2016

Complementari

Vidino proposed three complementary hypotheses in explanation: firstly, immigration to Italy from predominantly Muslim countries is a more recent phenomenon than in France or Belgium. Italy has, therefore, not yet produced a second generation of young Muslims, who are the most common recruitment pool for the new jihadist wave. Secondly, he suggested that although Italy has very poor integration policies and arguably represents a relatively difficult place for new Muslim migrants, relative inequality has not been a significant motivating factor in recruitment into ISIS and affiliated groups in Europe. Thirdly, Italy has especially efficient and
experienced intelligence and police forces, whose skills were honed during sustained campaigns against the Red Brigade and who have the power to quickly deport non-citizens identified as a threat (since the beginning of 2015 Italy has deported an average of two non-citizens per week on national security grounds).
religion info






Vidino ha un problema di collo.
E' insofferente a camicie e cravatte.
Se proprio non può evitare, usa cravatte a strozzo.
I miei profiling includono questo tipo di dettagli.

Back2Business.


Le comunità ci sono, anche se non hanno una storia simile a quelle francesi. E anche le seconde generazioni.
Però vivono molto isolate e perse nei fatti di casa loro.
Almeno a giudicare dalle inchieste primaverili i giovani non sembrano covare odio vero e proprio verso l'Italia.
Da un punto di vista sociologico si può dare ragione alle cosiddette fanfaronate dell'avvocato Bauccio.
Però sembra che il trend stia cambiando. L'impressione è che si andrà sempre più sul modello costituito dal siriano di Varese e dal tunisino campano. E quindi verso l'attentato piuttosto che partenze e reclutamento. Per questo è di fondamentale importanza l'apporto dato dalle famiglie e dagli imam che devono segnalare per tempo qualsiasi anomalia.

Il disagio sociale non risulta essere il fattore primario in Occidente.
Ma la rabbia lo è. Le diseguaglianze nel clima attuale di frizioni che si respira nel nostro Paese, potrebbero rappresentare la variante italiana per il reclutamento di Daesh.


Abbiamo tra i migliori investigatori in Europa e nel mondo che hanno fatto la storia dell'antiterrorismo. Ma non li stiamo curando abbastanza.
Le politiche governative sono orientate verso la mera strumentalizzazione politica ed economica delle vicende. Addestramento ed aggiornamento sono passati in secondo piano.
E gli investigatori si accontentano di portare a casa leggi in grado di tamponare l'emergenza del momento.
Con il passare del tempo e l'evoluzione dei fenomeni sociale e criminale, la loro bravura e dedizione potrebbero non bastare più.

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