mercoledì 6 luglio 2016

Un quasi americano a Genova

Poi c’è un secondo particolare che contribuisce a ingarbugliare le cose: pochi giorni dopo il fermo, in Procura si fa vivo un emissario del consolato statunitense di Milano, per dire che Mohammed Al Maqtouf Alkurghaly Siraj, 36 anni, è davvero un cittadino Usa. Com’è possibile allora, si domandano gli investigatori, che un diverso documento dica che è nato a Zawiya, alle porte di Tripoli?
Grasso-Indice Il Secolo

Le inchieste portate avanti a Genova, snodo importante per traffici di varia natura, svelano gli altarini.
Mettono in evidenza cioè, come effettivamente governi ed agenzie di intelligence collaborino poco e male. Allo stesso modo degli iraniani, gli americani sembrerebbero coprire qualche informatore o personaggio al loro servizio, che magari in tempi non sospetti passerebbe quasi inosservato e che invece nell'era di Daesh, e con le normative dure poste in essere, esigono uno scrutinio rigido da parte dell'autorità giudiziaria.
Interessante anche il differente approccio, dovuto probabilmente ad esigenze di tipo diverso.
Gli iraniani hanno lasciato i loro in carcere per qualche mese, mentre gli americani rivogliono subito il loro uomo.
Inutile perdere tempo a chiedere informazioni agli uomini dell'Aise. Diranno che non lo conoscono.
Forse lo Sco, che è molto attivo sul fronte libico, potrebbe essere d'aiuto.

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